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Politica lunedì 10 agosto 2020 ore 15:00

"Riflettere e non dimenticare", libro di De Santi

Claudio de Santi
Claudio De Santi

Ne "La Balena Bianca e la caduta dell’ultimo castello" l'ex sindaco di Rio Elba racconta la sua esperienza amministrativa. L'intervista su QUInews



RIO — E' in uscita il libro La Balena bianca e la caduta dell’ultimo castello, la partita a scacchi della politica, dall'Elba alla Toscana. Al centro del libro, pubblicato da Phasar edizioni, cinque anni di politica amministrativa da Rio a Portoferraio. L'autore è Claudio de Santi, architetto e imprenditore fiorentino, molto legato all'Elba, ex sindaco di Rio nell'Elba e fautore del referendum che ha portato alla riunificazione dei due Comuni di Rio nell'Elba e di Rio Marina con la nascita dal 1 Gennaio 2018 del Comune di Rio.

De Santi negli ultimi mesi dell'amministrazione Ferrari è stato anche assessore esterno del Comune di Portoferraio. Attualmente l'ex sindaco è responsabile del settore Dipartimenti del coordinamento Forza Italia di Firenze. La prefazione del libro è affidata a Stefano Mugnai, deputato e coordinatore di Forza Italia Toscana. Nel libro, oltre al racconto della politica amministrativa vissuta dall'autore, c'è anche una parte autobiografica in cui racconta il percorso umano e professionale che lo ha portato da Firenze all'Elba.

La copertina del libro

Sono ormai passati quasi tre anni da quando de Santi, per permettere il referendum si dimise da sindaco di Rio nell'Elba.

Per capire le motivazioni che hanno portato l'ex sindaco a scrivere un libro abbiamo deciso di intervistarlo.

Iniziamo dal titolo, può spiegare a cosa si riferisce?

“Il rinvio è alla vecchia politica toscana, quando l’isola d'Elba, governata dalla DC negli anni ‘60/’70 e poi terra di moderati di centrodestra in tutti i suoi comuni, veniva vista dal resto della Toscana 'rossa' come una specie di balena, proprio per la forma con cui si vede all’orizzonte, prima bianca e poi azzurra, con riferimento ai colori della politica. La caduta dell’ultimo castello invece si riferisce alla conquista del Comune di Rio Elba nel 2014, visto come ultimo baluardo della sinistra sull’isola, quando cioè vinsi le elezioni amministrative alla guida di una lista civica ispirata al centrodestra, in contrapposizione a due liste ispirate al centrosinistra”.

Perché pubblicare un libro proprio adesso?

“Perché c'è voluto del tempo per metabolizzare quanto accaduto a partire dalla mia esperienza amministrativa come sindaco di Rio nell'Elba. In realtà l'idea di mettere nero su bianco quanto ho vissuto come amministratore è nata proprio mentre ero sindaco e mi sono reso conto dei problemi nei quali quotidianamente inciampavo ma non per mia colpa. Un'esperienza che mi ha profondamente toccato per tutti i risvolti che mi sono trovato ad affrontare da quando sono stato eletto e che mai avrei immaginato. Pensavo di andare a governare un territorio a me molto caro, sollecitato da molti amici, per poter dare una svolta e uno sviluppo diverso ad un paese che risentiva ancora della chiusura delle miniere e che aveva e ha grandi potenzialità...”

E invece?

“Invece, con mio profondo rammarico, è andata in tutt'altro modo e mi sono ritrovato a fare il contabile per cercare di far tornare i conti che però non tornavano mai a causa di una situazione che si era protratta per molti anni e di cui si chiedeva conto a me da parte della Corte dei Conti, in quanto in quel momento ero io il sindaco. Una situazione per uscire dalla quale ho dovuto fare una scelta molto sofferta fra dichiarare il dissesto del Comune di Rio nell'Elba o impegnarmi per la fusione delle due Rio, che se fosse andata a buone fine - come poi è avvenuto - avrebbe potuto contare sui contributi statali e regionali per le fusioni previsti dalla legge”.

Per quanto riguarda invece la sua esperienza amministrativa a Portoferraio?

“Ho ritenuto giusto raccontare anche questa mia esperienza a fianco del sindaco Ferrari, soprattutto per il fatto che ha coinciso con la campagna elettorale per le amministrative del 2019 dove il centrodestra ha perso perché non è riuscito a compattarsi per porsi come alternativa alla sinistra. C'è un'importante lezione da imparare”.

Con questo libro quale messaggio vorrebbe che arrivasse ai lettori?

“Ho voluto raccontare la verità di quanto accaduto sulla base di documenti, testimonianze e articoli di stampa perché quanto accaduto non sia dimenticato. A quel tempo fui accusato di essermi inventato problemi che non c'erano perché non sarei stato in grado di amministrare ma il tempo mi ha dato ragione. Il libro è stato scritto accompagnato da sentimenti di tristezza, rabbia, ribellione morale ma anche di speranza. Vorrei che quanto scritto fosse motivo di conforto per chi in quelle vicende mi è stato vicino e facesse riflettere chi allora mi fu avversario”.

C'è invece un messaggio rivolto alla politica elbana?

“Quello che mi sento di dire è che l'Elba può e deve trovare una visione politica unitaria sui grandi temi comprensoriali. Sull'isola ci sono competenze, risorse e potenzialità che possono ridisegnare, uno sviluppo soprattutto a livello turistico, che potrebbe diventare un modello anche per altre realtà, soprattutto nel periodo di emergenza che stiamo vivendo. L'Elba ha inoltre tutti i requisiti per poter decidere del suo futuro senza imposizioni esterne, a patto che riesca a coordinarsi e ad avere una voce unica”.

Dopo la sua esperienza amministrativa a Rio nell'Elba vissuta con un forte sentimento di amarezza, che cosa l'ha convinta ad accettare un incarico di coordinamento all'interno di Forza Italia Firenze?

“Un sentimento di condivisione della politica liberale moderata di questo Partito che non sempre è riuscito ad ottenere, soprattutto per le interne diaspore, quello che si era prefisso. Un aiuto a migliorarlo e migliorare il Paese con amici con i quali condivido simpaticamente l’attività. Un modo di operare, questo, al quale mai rinuncerei”.            

Valentina Caffieri
© Riproduzione riservata


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