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Attualità martedì 18 aprile 2017 ore 10:06

"Ci opporremo alle terme a Cala Seregola"

​Terme a Cala Seregola, secondo Legambiente Arcipelago Toscano: "Scelta sbagliata di un turismo superato e neocoloniale"



RIO MARINA — A quanto comunica il sindaco di Rio Marina Renzo Galli, la giunta della Regione Toscana, a partire dal Presidente Enrico Rossi e dagli assessori alla pianificazione territoriale, Vincenzo Ceccarelli, e all’ambiente Federica Fratoni avrebbero indicato Cala Seregola come luogo dove realizzare le cosiddette Terme di Cavo.

"Ci siamo sempre opposti alla realizzazione di una grossa struttura alberghiera sulla costa di Cala Seregola - commenta Legambiente Arcipelago Toscano - riteniamo questa scelta sbagliata sia dal punto di vista paesaggistico e ambientale che da quello socio-economico".

"Ancora una volta - continua il cigno verde - invece di procedere alla messa in sicurezza di strutture minerarie che andrebbero valorizzate come archeologia industriale, si vuole procedere alla loro demolizione definendole semplicemente come fatiscenti volumetrie e si fa riferimento con malcelato fastidio ai vincoli del Piano paesaggistico della Regione Toscana e del Piano del Parco Nazionale. 

Ancora una volta si ripropone il fallimentare modello della struttura alberghiera isolata dai centri abitati che ha pesantemente segnato l’attuale fallimentare e devastante modello turistico del riese, fatto di villaggi turistici e seconde case disabitati per gran parte dell’anno.

Quella che il sindaco di Rio Marina definisce un’opportunità storica per l’intero territorio elbano, rischia di diventare in realtà l’occasione mancata di cambiare modello per avviare l’utilizzo sostenibile, intelligente e diffuso di quella che è una risorsa pubblica e un bene comune.

Estrarre una risorsa geotermica da una località turistica in crisi per spostarla con una tubazione in un’area isolata a qualche km di distanza dove creare ex novo una grande struttura ricettiva, cancellando un pezzo di storia e paesaggio è una follia economica, ambientale ed urbanistica.

Quella risorsa, se deve essere utilizzata, deve andare prima di tutto a vantaggio della comunità e delle strutture economiche e ricettive della frazione dove la risorsa è stata trovate e meraviglia che la giunta regionale della Toscana scelga la privatizzazione di un bene comune rispetto al suo utilizzo da parte della comunità cavese.

E’ anche abbastanza sconcertante che il sindaco e la giunta Regionale stiano tentando di dettare tempi e modi di una variante al Piano del Parco al Direttivo del Parco Nazionale che, a differenza di quanto crede il sindaco, è l’unico vero organismo di governo titolato a discutere e approvare una modifica al Piano del Parco, sovraordinato al Piano Strutturale del comune di Rio Marina e alla stessa normativa regionale.

Sarebbe bene sapere cosa pensi il presidente del Parco Sammuri di questa sconcertante proposta che niente ha a che vedere con il Piano del Parco e con lo sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e del territorio. 

Così come è sconcertante il silenzio della soprintendenza e ci si chiede quale sia il parere dell’associazione albergatori per l’intervento di Cala Seregola, che appartiene a una vecchia concezione coloniale del turismo.

Se qualcuno intende forzare iter e vincoli per realizzare quella che riteniamo una speculazione, ci troverà sulla sua strada, a cominciare da una possibile richiesta di avvio di procedura di infrazione per violazione dei vincoli europei della Zsc/Zps Elba orientale.

Le proposte alternative per utilizzare un bene comune non mancano e andrebbero tutte a maggior vantaggio della comunità cavese, inviteremo tutti a discuterne nei prossimi giorni.

Intanto chiediamo alla Regione Toscana a soprassedere da scelte affrettate e che sposano modelli turistici obsoleti e il Direttivo del Parco Nazionale a dire no a questa ennesima e intollerabile forzatura in un’area come quella ex mineraria dove le forzature e le scelte sbagliate sono già state troppe".  


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