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Attualità domenica 11 agosto 2019 ore 15:00

Mare dell'Elba, sono tre i punti più inquinati

Goletta verde di Legambiente

Secondo i dati di Goletta verde sono oltre i limiti di legge le cariche batteriche a Mola, Punta della Rena e al Moletto del Pesce di Marciana Marina



PORTOFERRAIO — Su venti punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde lungo le coste della Toscana, sette sono risultati fortemente inquinati e due inquinati. Responsabili dell’inquinamento microbiologico, che arriva a mare, i canali e le foci, a causa della cattiva depurazione o della presenza di scarichi illegali. Maglia nera per le foci del torrente Lavello, dei fiumi Brugiano e Gora, dei fossi Motrone, dell’Abate, Mola, e della Madonnina, a Portoferraio, all’Isola d’Elba, le cui cariche batteriche sono risultate oltre i limiti di legge.

È questa in sintesi la fotografia scattata in Toscana dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, questa mattina in conferenza stampa, a bordo di Goletta Verde, Umberto Mazzantini, responsabile mare Legambiente Toscana e responsabile nazionale Isole Minori Legambiente, e Davide Sabbadin, portavoce Goletta Verde.

“La fotografia che ogni anno Goletta Verde scatta in ciascuna regione ha l’obiettivo di restituire un’istantanea utile a evidenziare la presenza di casi cronici nei confronti dei quali evidentemente nulla viene fatto - dichiara Davide Sabbadin, portavoce di Goletta Verde – Il nostro monitoraggio non ha la pretesa di sostituirsi ai controlli ufficiali ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali, il più delle volte responsabili delle procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea. Quella della scarsa o assente depurazione è diventata ormai un’emergenza che qualche mese fa è costata all’Italia un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia. Senza contare che con i soldi impiegati per pagare le multe comminate dalla UE nei confronti del nostro Paese potremmo fare investimenti per potenziare il nostro sistema depurativo attraverso progetti innovativi a difesa della salute del mare e dei cittadini”.

Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici il 29 e il 30 luglio) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuato sia dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente sia dagli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. 

All’Isola d’Elba, su quattro punti campionati, uno è risultato “fortemente inquinato”, a Portoferraio, in località Punta della Renna, in corrispondenza del fosso della Madonnina (confermando i recenti dati di Arpat); due sono risultati “inquinati”, a Capoliveri, in località Mola, alla foce del fosso di Mola/Fossone centrale, e a Marciana Marina, al Moletto del Pesce, confermando, pur con qualche miglioramento, i dati degli anni precedenti; mentre il prelievo effettuato sulla spiaggia La Pianotta, a Porto Azzurro, dove i cittadini avevano segnalato criticità a Legambiente, è risultato “entro i limiti”

“Sebbene la situazione in Toscana sia prevalentemente positiva, va riscontrata comunque la presenza di cariche batteriche elevate in nove casi su venti dove le analisi microbiologiche mostrano porzioni di litorale a rischio a causa di fogne non depurate o carenze depurative - dichiara Umberto Mazzantini, responsabile mare Legambiente Toscana e responsabile nazionale Isole Minori Legambiente - Tutto ciò molto spesso senza che i bagnanti ne siano a conoscenza, visto che in sei casi, peraltro giudicati “fortemente inquinati”, ovvero alle foci del torrente Lavello, dei fiumi Brugiano e Gora, del fosso Motrone, e allo scarico in via Salivoli a Marina di Salivoli, i tecnici non hanno riscontrato la presenza dei cartelli col divieto di balneazione. In nessuno dei punti monitorati, poi, è stata notata la presenza dei cartelli informativi rivolti ai cittadini sulla qualità delle acque nonostante sia obbligatoria per legge ormai da anni per i Comuni. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Da segnalare poi il risultato emerso a Marciana Marina, all’Isola d’Elba, nel punto di prelievo in corrispondenza del Moletto del Pesce e a Portoferraio a Punta della Rena, mentre preoccupa la conferma di Mola ormai da una decina di anni di seguito. Ecco perché chiediamo ai Comuni di intervenire laddove vi sia la presenza di scarichi abusivi, depuratori assenti, non funzionanti o che necessitano di potenziamento utile a trattare il carico inquinante in arrivo onde evitare che le acque non depurate finiscano per contaminare quelle del mare”.

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche l’improprio smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il Conou, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente.  Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, in Toscana, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 15.979 tonnellate di olio minerale usato. Negli anni di attività il Conou ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo.

“La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo” – ha spiegato il presidente del Conou, Paolo Tomasi

“Il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”. 

I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.


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