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Attualità domenica 13 gennaio 2019 ore 08:00

Ripensiamo seriamente al comune unico

Foto di: I Love Elba!

Da un rappresentante elbano all'assemblea francese nell'ottocento a sette sindaci e nessun deputato dell'isola in parlamento all'inizio del duemila



PORTOFERRAIO — La presentazione a cura di Gloria Peria, a Mardilibri, del saggio “Quinze ans, di Isabella Zolfino ci suggerisce alcune riflessioni sulla situazione amministrativa dell’Elba. L’interessante volume tratta dei francesi sull’isola all’alba dell’ottocento. Risalta, in quel periodo storico, l’unione amministrativa dell’Elba e la nomina di un rappresentante elbano all’Assemblea legislativa francese che, per consentirne l’ingresso passò da 300 delegati a 301. 

Sarebbe come se oggi la Camera dei Deputati avesse un seggio riservato all’Isola d’Elba. Ipotesi piuttosto improbabile al momento. Dobbiamo invece fare un’altra valutazione dell’unione amministrativa, tutt’altro che anacronistica, anche se è ben noto l’esito del referendum sul Comune Unico che ha avuto come esito il rifiuto della semplificazione amministrativa. Infatti, nel tempo hanno continuato a manifestarsi i problemi e si è ricominciato a parlare prima di fusione tra comuni della stessa zona, poi i Comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba hanno deciso di unirsi creando il comune di Rio. 

Nel mentre, le difficoltà amministrative dei piccoli comuni hanno continuato a crescere anche per la gestione corrente ed inoltre bisogna considerare la compensazione economica per i comuni che si uniscono che riequilibrerebbe, almeno parzialmente, il saldo tra i prelievi e l’arrivo delle risorse da parte dell’amministrazione centrale che penalizza i comuni elbani, senza ricorso a tassazione locale, già pesante. 

Alfiere di questo ritorno sulla questione, la Fondazione Elbana, che già ne fece cavallo di battaglia a suo tempo. “Ripensiamo seriamente al comune unico “ ha comunicato nell’estate 2018 annunciando anche l’intenzione di aprire un dibattito sociale e politico sul tema. Ma erano state le associazioni di categoria, compatte, i principali artefici del referendum, penalizzate da differenti regimi impositivi e burocratici a seconda del confine e tuttora convinte che gli evidenti limiti delle politiche comprensoriali, infrastrutture e progettazione, siano il principale ostacolo allo sviluppo stabile dell’Isola. 

Un’idea che non hanno mai abbandonato. A questo proposito sono chiare le intenzioni del presidente dell’associazione degli albergatori elbani, Massimo De Ferrari. “Il comune unico è l’unica soluzione per far fare un salto di qualità all’Isola d’Elba, magari predisponendo un progetto speciale che preveda agevolazioni per i cittadini”. 


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