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Politica venerdì 09 agosto 2019 ore 08:30

Porto, il parere del consigliere Garfagnoli

Marino Garfagnoli

Marino Garfagnoli, consigliere con incarico a promozione ed accoglienza turistica spiega il suo punto di vista sul progetto di ampliamento del porto



PORTOFERRAIO — Al dibattito che si è sviluppato in merito al progetto di ampliamento del porto di Portoferraio, indicato come adeguamento tecnico funzionale, e che vede contrarie le associazioni Legambiente, Responsabilità in Comune e Italia nostra, si aggiunge un altro punto di vista.

Ad intervenire infatti è Marino Garfagnoli, consigliere comunale del gruppo Cosmopoli rinasce con incarico ad accoglienza e promozione turistica.

Qui di seguito pubblichiamo le riflessioni di Marino Garfagnoli sul progetto di ampliamento del porto.

"L’elaborazione politica che ha portato al successo elettorale l’esperienza di Cosmopoli Rinasce si basa su un programma che individua i suoi punti cardine nella protezione dell’ambiente e nella valorizzazione culturale e turistica della città e dell’isola, attraverso la promozione di un turismo compatibile con le risorse ambientali.

Come più volte è stato sottolineato Cosmopoli Rinasce è composta da diverse anime e una di queste è sicuramente un’anima strettamente legata alla tradizione e all’impegno ambientalista.

Vi saranno molte occasioni sulle quali andranno prese delle decisioni, decisioni che devono coinvolgere tutta la città.

Ad esempio, dopo poco più di due mesi, ci dobbiamo confrontare con la proposta (che non rientra nel programma di governo) di ampliamento della zona portuale.

Un progetto che inizia circa 10 anni fa e per il quale, dopo un lungo percorso procedurale, la nuova amministrazione (alla quale non si può ascriverne la paternità) è chiamata ad una definitiva ratifica.

In questo caso si sovrappongono due livelli: l’ampliamento delle banchine e lo sviluppo del settore turistico legato alle crociere.

Personalmente, coerentemente al mio storico impegno ecologista, non credo che in nome dello sviluppo turistico le città di mare, specie quelle che vantano un patrimonio storico e architettonico importante, debbano essere sfigurate e alterate. Quindi non sono favorevole all’ampliamento fine a se stesso dei porti per accogliere navi da crociera sempre più grandi.

Poi da operatore turistico (da 30 anni impegnato nello sviluppo di un turismo sostenibile) credo che il settore delle crociere rappresenti uno dei segmenti turistici più impattanti dal punto di vista ambientale e culturale.

La criticità maggiore è il tipo di turismo massificante, poco attento a luoghi e popolazioni locali. Il crocierista è un turista mordi e fuggi. Il consumo rapido delle attrazioni del luogo visitato non giova al suo sviluppo equilibrato. Gli scali delle grandi crociere diventano inevitabilmente sempre più luoghi omologati, di consumo globale. Le grandi navi, con migliaia di passeggeri a bordo hanno un impatto ambientale notevole in termini di scarichi a mare, emissioni di CO2, consumo di risorse.

Negli ultimi 20 anni l’industria turistica delle crociere è cresciuta senza limiti e senza regole, con navi sempre più mastodontiche, porti smisurati per accoglierle, lavoratori reclutati nei paesi più poveri per salari minimi. Se l’impatto ambientale è molto rilevante, il contributo economico alle destinazioni è invece molto contenuto. Un modello che, secondo me, non corrisponde alle esigenze di sviluppo turistico del nostro paese.

Quindi quale decisione prendere in relazione al progetto del porto di Portoferraio?

Sulla questione dello sviluppo crocieristico, come indicato nel programma elettorale, è indispensabile ripensare completamente l’assetto della promozione turistica e della programmazione dei flussi turistici. Il settore crociere secondo me può essere sviluppato all’interno di un progetto strategico che privilegi le cosiddette crociere esplorative, definizione che oggi indica un nuovo segmento: le crociere con navi piccole per viaggiatori avventurosi che desiderano scoprire le destinazioni in modo diverso. Ciò significa rinunciare strategicamente alle grandi navi, che invece rappresentano un target completamente diverso per capacità di spesa e per tipologia del turista.

Per questo target crocieristico non sono necessarie mega strutture portuali, è necessario invece migliorare la qualità dell’accoglienza, dei servizi e delle infrastrutture a questo deputate. Ed è’ indispensabile stringere accordi commerciali con gli operatori che lavorano su questo target.

E’ necessario definire poi se l’ampliamento del porto proposto si inserisce nella direzione di un miglioramento complessivo dell’accoglienza e quindi va nella direzione sopra indicata o è esclusivamente dedicato ad altro e in tal senso rappresenterebbe solo un inutile riempimento del mare con il cemento. E’ questo che oggi deve essere al centro del confronto e della discussione ed è su questo che va trovata una sintesi e prese delle decisioni.

Il turismo non è un oggetto fine a se stesso, fare turismo oggi significa fare scelte urbanistiche, progettare azioni che riguardano nell’insieme la politica urbana e urbanistica del territorio e soprattutto definire una programmazione strategica della promozione turistica e della qualità dell’accoglienza".


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