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Attualità martedì 20 novembre 2018 ore 09:05

Porto di San Giovanni, osservazioni di Legambiente

Molo di attracco del Chiccero in zona San Giovanni a Portoferraio

Legambiente Arcipelago toscano esprime i suoi dubbi sul procedimento della variante al Regolamento urbanistico del Comune di Portoferraio



PORTOFERRAIO — Legambiente Arcipelago Toscano ha presentato al Comune di Portoferraio, alla Regione Toscana e alla Soprintendenza le sue osservazioni sull’avvio del procedimento per la revisione della variante al Regolamento urbanistico per la portualità turistica del Comune di Portoferraio “Accordo di pianificazione per la realizzazione del sistema delle attrezzature della portualità turistica e della filiera nautica”,  nelle quali prende atto che Giunta e Consiglio Comunale - come sottolinea l'associazione ambientalista- a pochi mesi dalla scadenza elettorale per il rinnovo dell’amministrazione Comunale, hanno approvato che: 

"E’ interesse dell’Amministrazione fare in modo che si pervenga ad un assetto dello specchio a mare e delle aree limitrofe a terra di S. Giovanni al fine di recuperare situazioni di degrado oltre che per riordinare gli ormeggi, garantirne la sicurezza anche ristrutturando la diga in massi ciclopici esistenti avendo cura di evitare che gli effetti della suddetta struttura si riverberino a terra sulla ristretta striscia di spiaggia ghiaiosa che si estende ad est della foce del fosso del Bucine, come già accaduto ed è evidente per i fenomeni erosivi in atto che mettono a rischio l’esistenza della storica della strada costiera, oltre a minacciare, verso est, le aree di interesse archeologico ricomprese nello storico podere S. Marco e delle Grotte, ove la strada costiera risulta già compromessa".

Per questo l'associazione ambientalista presenta precise osservazioni. Relativamente al paesaggio Legambiente afferma che occorre "preservare il punto di vista da San Giovanni alla Darsena Medicea e viceversa con particolare riferimento all’area di tutela archeologica Li06 relativa alla villa romana delle Grotte e ai recenti scavi archeologici di San Giovanni nel Podere San Marco". 

In merito ad ambiente e biodiversità sottolinea l'associazione che è necessario "tutelare l’habitat prioritario della Direttiva Habitat 92/43/Cee della laguna costiera delle Saline di San Giovanni e sottoponendo il progetto del porto alla necessaria Valutazione d’incidenza al progetto, contenere l’inquinamento marino, acustico e atmosferico prodotto in prossimità di un centro abitato e di una spiaggia di uso pubblico in riva sinistra del Fosso del Bucine. Si fa inoltre presente che un qualsiasi ampliamento e modifica dell’attuale approdo avrebbe un pesantissimo impatto sulle vicine zone umide di San Giovanni e di Schiopparello-Le Prade e sulle praterie di posidonia oceanica di questo tratto costiero, un’area marina nella quale prosperano anche altre specie marine tutelate. Si ricorda che più volte Legambiente ha chiesto che l’intera area costiera, per le sue emergenze ornitologiche migratorie e stanziali e per la presenza di flora protetta, diventi Zona di protezione speciale (Zps) e Sito di interesse comunitario – Zona speciale di conservazione (Sic - Zsc) da inserire in un secondo tempo nel perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Dal punto di vista idraulico inoltre Legambiente scrive:  "L’intera area è a pericolosità idraulica molto elevata e poco e niente è stato fatto per mitigarla. Permane quindi la stessa situazione che portò alla bocciatura dei progetti precedentemente presentati. L’area è caratterizzata dalla presenza dei corsi d’acqua, del Bucine e del Condotto che raccolgono le acque dei bacini idrografici collinari e che in pianura scorrono pensili sul piano di campagna. Il reticolo idraulico minore compreso tra i citati corsi d’acqua è depresso rispetto ai corsi d’acqua, con bassa prevalenza rispetto al livello del mare, e privi di scolo efficiente a mare".

"Oltretutto l’area comunale compresa tra il centro abitato e il fosso del Condotto - specifica l'associazione - dove era la salina, è stata sopraelevata a oltre tre metri slm con il conferimento dei materiali prodotti nel territorio comunale dell’alluvione del 2002 e mai rimossi. Di conseguenza le acque del reticolo minore soprastante (e in caso di esondazione quelle del fosso del condotto) sono deviate nel centro abitato di San Giovanni con una prevalenza che già nell’alluvione del 2002 ha superato un metro e mezzo. Si evidenzia che gli studi idraulici allegati alla delibera non tengono adeguatamente conto dei risultati dell’alluvione del 2002 e del rischio di ingresso delle acque marine in aree terrestre depresse rispetto ad una alta marea straordinaria. Al riguardo si segnala un sovralzo del livello marino con conseguente ingresso del mare nel centro abitato accaduto nel 2010".

Forte preoccupazione viene inoltre espressa per il cambiamento climatico in atto. "In un’area a così elevato rischio idraulico - scrive Legambiente - occorre contenere l’ulteriore ingresso delle acque marine nel centro abitato collegato al previsto innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici in corso. Rischi evidenziati drammaticamente dalla tempesta climatica che ha colpito Portoferraio e l’Elba pochi giorni fa. Si tratta di nuovi rischi di cui non c’è traccia negli attuali strumenti urbanistici del Comune di Portoferraio per i quali si vorrebbe avviare la variante e che quindi prima andrebbero adeguati alla nuova situazione e alle nuove previsioni scientifiche, con particolare attenzione agli studi del Cnr per quanto riguarda l’Elba".

L'associazione inoltre sottolinea la necessità di garantire la fruizione della spiaggia tra la diga foranea e la foce del fosso del Bucine.

Anche l'erosione costiera rappresenta un ulteriore problema sui cui l'associazione pone l'accento, sottolineando come la linea di costa davanti al Mulino e al Podere San Marco sia stata già pesantemente alterata anche dalla presenza della diga foranea realizzata negli anni ‘60 del secolo scorso. 

"Nessun progetto di porto - aggiunge Legambiente -- non può tener conto di queste mutate condizioni, come invece si è fatto nella presentazione dei progetti precedenti e come sembra si voglia continuare a fare".

Chiesta inoltre attenzione anche al verde pubblico con la richiesta di inserire piante nella zona di San Giovanni.

Altro tema sottolineato è quello della mobilità per cui Legambiente chiede di assicurare "l'accesso al percorso pedonale e ciclistico del Cammino della Rada, la funzionalità dell’approdo del traghetto del Chicchero tra San Giovanni e Portoferraio, la sicurezza delle intersezioni stradali lungo la provinciale per Porto Azzurro e il completamento dell'area di sosta tra S. Giovanni e l'Hotel Airone, quale parcheggio scambiatore con lo stesso Chicchero, inserito in progetti europei di mobilità sostenibile".

Legambiente Arcipelago Toscano conclude le sue osservazioni chiedendo a Comune e Regione che "il Piano del Porto di San Giovanni preveda esclusivamente l’uso dello specchio d‘acqua compreso tra la diga foranea attualmente esistente e la linea di costa, di strutture movibili che non importino impianti di difficile rimozione, la destinazione per imbarcazioni e natanti da diporto che non superino la lunghezza di 7,5 metri. Tenendo conto che sul pontile attualmente esistente sono realizzati circa 70 posti barca si richiede che il numero totale massimo dei posti barca concessi a San Giovanni, compresi quelli attualmente esistenti, non possa essere superiore a 210".


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