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Attualità mercoledì 21 novembre 2018 ore 18:55

Porto di San Giovanni, il "No" motivato di Esaom

Veduta di Portoferraio dalla zona di San Giovanni

L'azienda Esaom Cesa pone alcune condizioni allo sviluppo del porto di San Giovanni che chiede di posticipare alla costruzione del porto cantieri



PORTOFERRAIO — L'azienda Esaom Cesa, cantieri navali di Portoferraio, ha presentato alcune osservazioni per esprimere il proprio parere sulle previsioni della Variante al Regolamento urbanistico e sul nuovo Piano strutturale del Comune di Portoferraio in cui si prevede di sviluppare il porto di San Giovanni. Le osservazioni presentate attraverso un documento di otto pagine al Comune di Portoferraio sono a firma Umberto Buzzoni, amministratore unico di Esaom Cesa.

Secondo Esaom Cesa "il Comune di Portoferraio dovrebbe emanare un nuovo provvedimento di diniego sulla attuale fattibilità di S. Giovanni basato su più ordini di motivi: la mancata previsione di S. Giovanni nel Pit Toscana; gli ostacoli ancora esistenti e/o configurabili sotto il profilo ambientale, allo stato attuale non ancora rimossi; le previsioni del vecchio Piano strutturale e del Regolamento urbanistico portuale; le ulteriori ragioni legate alla sensibilità ambientale e archeologica dei luoghi".

Secondo Esaom Cesa, inoltre non sarebbe congruo prevedere che il porto di San Giovanni possa ospitare imbarcazioni superiori agli otto metri, in quanto ciò dovrebbe garantire tutta una serie di altre opere a terra ma anche dragaggi in mare con un alto impatto sulla zona.

Inoltre Esaom Cesa nelle osservazioni sottolinea anche l'impatto economico negativo che tale ampliamento del porto di S. Giovanni avrebbe attualmente sulla stessa azienda Esaom e indirettamente sul territorio.

"La volontà di eliminare la norma che prevede che prima venga fatto il Porto cantieri - sottolinea l'azienda - rispetto al porto di S. Giovanni danneggia l'esistenza del porto cantieri, la relativa funzionalità e il potenziamento della cantieristica Esaom Cesa", in quanto le imbarcazioni dei clienti dell'azienda stessa hanno una lunghezza media di 10 metri mentre quelle superiori ai 24 metri trovano ormeggio nella darsena di Portoferraio, che ha una media di imbarcazioni stanziali al di sotto degli 8 metri.

Inoltre Esaom Cesa sottolinea anche che "nel caso in cui a San Giovanni fosse consentito l'ormeggio di imbarcazioni di oltre 8 metri, considerato che il porto di San Giovanni ha tempi di realizzazione molto inferiori al porto dei cantieri, Esaom subirebbe uno svuotamento dei propri posti barca a favore di San Giovanni. Tenendo conto che l'azienda compensa le perdite del settore cantieristico (settore che occupa la maggior parte degli addetti dell'azienda) con i proventi del porto, se questi dovessero ridursi, l'azienda non avrebbe più una sostenibilità economica".

Quello che sottolinea Esaom Cesa è che "senza una norma che preveda che il porto di San Giovanni venga costruito solo dopo il termine dei lavori del Porto cantieri chiaramente inibisce qualunque investimento di Esaom Cesa fin da subito", con ricadute negative sullo sviluppo turistico ed economico della città perché il porto cantieri, secondo le previsioni di Esaom Cesa, creerebbe oltre 300 posti di lavoro e contribuirebbe a rilanciare la città di Portoferraio come destinazione turistica su scala internazionale. 

A questo proposito l'azienda scrive: "Esaom Cesa è pronta a investire subito nel nuovo grande travel (4-5 milioni di euro) solo in presenza di un nuovo e motivato provvedimento di diniego - quantomeno attuale - del porto di San Giovanni" e fra le condizioni sottolinea che il Regolamento urbanistico dovrebbe mantenere le seguenti previsioni: limitazione nel porto di San Giovanni con barche fino a 8 metri di lunghezza; vincolo temporale sulla realizzazione del porto di San Giovanni che dovrebbe avvenire solo dopo la costruzione del porto cantieri

Infine Esaom Cesa rivolgendosi all'amministrazione comunale di Portoferraio sottolinea che "tutte le amministrazioni che fino ad ora si sono susseguite hanno ritenuto il porto cantieri come l'iniziativa cardine della ristrutturazione della rada di Portoferraio. L'attuale amministrazione, se condivide questa linea, dovrebbe agire di conseguenza tutelando questa iniziativa nell'interesse della città".



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