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Politica lunedì 12 dicembre 2016 ore 10:21

Peria replica al sindaco sull'Unione dei Comuni

L'ex sindaco, tirato in causa dall'attuale primo cittadino, risponde articolando le azioni compiute dalla precedente amministrazione



PORTOFERRAIO — "Dopo aver letto l’intervento del sindaco Ferrari sulla rinuncia al contenzioso relativo all’ex Unione, mi vedo costretto, mio malgrado, a replicargli pubblicamente". 

Roberto Peria risponde all'attacco di Mario Ferrari circa la gestione dei debiti derivanti dalla disciolta Unione dei Comuni: "In primo luogo è falso che il ricorso al Tar fosse un pro-forma. Se avesse avuto queste caratteristiche, perché chi governa oggi la Biscotteria non lo mandava a sentenza? Sicuramente sarebbe stato respinto. Il problema è che quel ricorso tutelava il comune, evitando che venissero commessi danni al suo erario e nessuna giunta poteva prendersi una simile responsabilità.

E’ impossibile qui replicare decine di pagine scritte di  argomentazioni, ma alcune questioni è bene ricordarle. In particolare è bene ricordare i principali motivi di illegittimità del piano di successione. 

In primo luogo quest’ultimo era farraginoso, di difficile comprensione, privo di riferimenti certi. Dalle verifiche effettuate risultava che le scritture contabili della disciolta Comunità Montana/Unione di Comuni non apparissero rispondenti in diversi punti alle risultanze del Piano stesso. 

Erano state mantenute per anni rilevanti masse di residui attivi di pressochè inesistente esigibilità, con ciò rappresentando una situazione finanziaria solo sulla carta in equilibrio. Nella parte del piano di competenza dei Comuni si prevedeva che gli stessi dovessero restituire alcune somme ottenute dalla Comunità Montana per importanti opere pubbliche e non utilizzate dalla stessa. 

Se ai 681.000 euro di contributi per opere pubbliche che mancavano all’appello, si sommavano altri 157.000 euro circa di restituzioni in capo alla Provincia e poi ancora il buco di cassa di 1.200.000 euro circa, i milioni e milioni di euro per fatture liquidate dall’area tecnica e non pagate per assenza di fondi e che allora dovevano essere liquidate dai Comuni, dalla Provincia o dal Consorzio di Bonifica, i conti non tornavano. 

Appena sciolta l’Unione di Comuni, la mia giunta ripartì le competenze finanziarie del piano, con ripetute delibere, in capo ai vari dirigenti del Comune, incaricandoli di riscuotere i crediti e pagare i debiti legittimi. Il dirigente tecnico ripetutamente segnalò l’inesistenza nel piano di successione di riferimenti certi in ordine ai crediti del settore idrico e l’assenza, presso l’Unione, di una banca dati attendibile ed aggiornata, il che, a suo avviso, rendeva impossibile operare. 

In ordine al debito lasciato dall’Unione nei confronti del tesoriere, Banca C. R. Firenze, pari a circa 2 milioni di euro, con il ricorso del nostro Comune si contestava integralmente il piano. E allora perché mai l’enorme buco di cassa lo dovevano pagare solo i comuni?  

In ordine alla successione nei contratti di servizio relativi alle utenze telefoniche ed altre tipologia di spesa, anch’essa non poteva essere solo in capo ai Comuni. Ancora una volta si produceva un potenziale danno erariale, ingiusto, in capo ai Comuni. Come si farà ora a subire questi pagamenti, che risultano ingiusti e non dovuti dai comuni? 

E’ incredibile leggere quanto, con il suo intervento, sia stata stravolta la verità dal sindaco. Stravolta fino al punto di dire che noi non abbiamo pagato i debiti dell’ex Unione, quando è stata proprio la giunta Peria a mettere nel bilancio e a cominciare a pagare tutti i debiti derivanti dai mutui, il che vuol dire oltre 170.000 euro all’anno fino al 2020 e persino al 2022. 

E quando è stata la mia giunta a pagare le centinaia di migliaia di euro del contenzioso Geosystem-Maltauro, segnalando anche, per mano del segretario comunale, un evidente danno erariale alla Procura della Corte dei Conti. E quando è stata la mia Giunta ad accantonare somme a bilancio, che mi risultano ancora inutilizzate, fin dalla fine del 2011. 

Cancellando il ricorso chi ha commesso gli errori non ne risponderà, mentre, come spesso accade in Italia, pagherà il solito, il povero Pantalone, cioè tutti noi".


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