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Politica giovedì 13 ottobre 2016 ore 18:03

​"Perché voteremo Sì"

Paola Mancuso, portavoce del Comitato per il Si, spiega le ragioni che la portano ad appoggiare la proposta di modifica costituzionale



PORTOFERRAIO — "Il dibattito attorno al referendum sta diventando sempre più un confronto di testimonianze, di scelte al di qua o al di là del confine di una riforma che sta accomunando le menti e le personalità più varie attorno ad un sì o ad un no. 

Abbiamo deciso per questo di rappresentare quei moderati riformisti che rifiutano una posizione di mero ostruzionismo e che vogliono che in questa ed in molte altre occasioni la politica smetta di vivere di divisioni e ritorsioni e provi ad essere la casa delle soluzioni. Per questo abbiamo apprezzato e accolto l’iniziativa dl costituire un comitato Liberi Sì nella convinzione che la dignità intellettuale non consente di giudicare una scelta così importante in base ai governi ed agli alleati. 

Raramente, del resto, tra gli oppositori della riforma c'è chi sceglie di andare nel merito e quando qualcuno lo fa, finisce per liquidare in un attimo l'interlocutore con un banale "ma ci sono altre cose...", come se la Costituzione di uno Stato non fosse la scelta di uno strumento di reciproca garanzia della libera partecipazione di un popolo alla vita politica ma fosse piuttosto la lettera a Babbo Natale di ciò che non si è riusciti a fare in anni di incancrenimento della politica di questo Paese nonché di abuso delle sue istituzioni, chiamando a rispondere chi invece oggi sa bene che Babbo Natale non esiste. 

La strana convergenza di chi sa solo dire no conferma come questa sia davvero l'unica occasione per dimostrare la volontà di affrontare con strumenti certi e trasparenti il problema della nostra competitività economica, ovvero la nostra capacità di rendere sostenibili investimenti persi nella giungla della burocrazia e del compromesso politico, all’Elba come a Roma. 

Da elbani non possiamo che condividere il ritorno alla competenza nazionale di materie strategiche per il nostro sviluppo come turismo e ambiente, che non possono essere trattate in modo diverso da regione a regione, in nome di una politica che deve tornare ad essere la valorizzazione delle specificità e l’eliminazione delle disparità.

Per avere una nuova Costituzione serve un popolo capace di accettare - ora come allora - le sfide del proprio tempo ed una classe dirigente in grado di fare autocritica abbandonando il patetico tentativo di impedire qualsiasi cambiamento. Il resto è già visto".


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