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Attualità giovedì 28 giugno 2018 ore 16:06

"Non fare come me", la presentazione

 Il libro che raccoglie scritti dal carcere e testimonianze di detenuti di Porto Azzurro presentato alla libreria "Mardilibri"



PORTOFERRAIO — Il Lions Club Isola d’Elba non ha voluto mancare ad un importante appuntamento con la solidarietà, la cultura e l’informazione costituito dalla presentazione del libro “NON FARE COME ME – Scritti dal carcere”, che ha avuto luogo nel pomeriggio di mercoledì 27 giugno a Portoferraio presso la libreria MARDILIBRI: questo è in sintesi il messaggio del presidente Marino Sartori, che ha sottolineato come l’acquisto e la distribuzione nelle scuole di un numero di volumi rappresenti il modesto contributo del sodalizio i cui scopi istituzionali spaziano dall’interesse locale a quello dell’internazionalità.

Il volume edito da Marco del Bucchia, una raccolta di testimonianze di 17 detenuti della casa di reclusione di Porto Azzurro che frequentano in carcere, grazie all’opera degli insegnanti Marotti e Lisco, il liceo scientifico, costituisce la realizzazione del progetto scolastico “Comunicazione e prevenzione”.

I commenti, l’illustrazione e l’interpretazione dei contenuti e degli scopi del libro sono stati affidati agli interventi di personaggi che a vario titolo hanno sponsorizzato o collaborato alla stesura dell’opera; per cui hanno preso la parola Federico Regini dell’Associazione Elbadautore, Licia Baldi dell’Associazione Dialogo, Marino Sartori del Lions Club, Nunzio Marotti già garante dei diritti dei detenuti per il penitenziario elbano, Francesco D’Anselmo direttore del carcere di Porto Azzurro, Marta del Bono della Comunità Exodus. Particolarmente toccante la diretta testimonianza del giovane William, uno degli autori e redattore di un periodico interno al carcere, che ha evidenziato le difficoltà incontrate nella composizione e nell’assemblaggio di impressioni, nomi o soprannomi dei diciassette elaborati, sottolineando altresì come tali impegni, insieme alla visita al carcere degli alunni delle scuole elbane, permettano di interrompere la tremenda monotonia della reclusione e di non perdere il contatto con la vita. 


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