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Attualità venerdì 19 giugno 2020 ore 15:00

Il volto oscuro dell'operazione "Brassard"

Operazione "Brassard", lo sbarco all'Elba, 17 Giugno 1944

L'Associazione nazionale vittime marocchinate ricorda i tragici fatti del 1944 e mette a disposizione i suoi studi storici per iniziative sull'isola



PORTOFERRAIO — Ricorre in questi giorni il 76esimo anniversario dello sbarco sull’Isola d’Elba delle truppe coloniali francesi, avvenuto nel 1944 con l’operazione militare denominata “Brassard” (Bracciale), che costerà tanto dolore alla popolazione civile. 

A ricordare questi tragici avvenimenti è l’Associazione nazionale vittime marocchinate, che mette a disposizione gli studi dei propri ricercatori storici e si dichiara disposta a partecipare a dibattiti e conferenze da organizzare nei Comuni dell’Isola d’Elba.

"La sera del 17 giugno 1944, una spedizione di 17.400 uomini, in maggioranza soldati marocchini e senegalesi, sbarcò sull’isola toscana che era difesa da un esiguo contingente italo-tedesco di circa 2000 soldati che resistette appena due giorni. Lo sbarco era un’operazione militare assolutamente inutile. Infatti, con l’avanzata degli alleati sulla terraferma, l’isola d’Elba sarebbe stata ben presto evacuata dalle truppe germaniche, senza spargimenti di sangue e combattimenti. - si legge nella nota dell'associazione - Invece, gli alti comandi francesi, ai quali era necessaria qualche operazione militare vittoriosa, imposero agli altri alleati questo sbarco e mandarono al massacro le truppe coloniali, le quali, una volta messo piede sull’isola si abbandonarono a violenze di ogni genere sulla popolazione civile elbana che si prolungarono anche dopo la resa dei difensori italo-tedeschi".

"I senegalesi del 4° e del 13° Reggimento Tiratori e i marocchini del 2° Raggruppamento Tabors, - secondo le ricostruzioni dell'associazione - misero a ferro e fuoco in particolare le località di Marina di Campo, Procchio, Capoliveri, Portoferraio e Porto Longone, oggi Porto Azzurro. I carabinieri, in un rapporto del 21 settembre 1944, firmato dal comandante generale dell’Arma, Generale Taddeo Orlando, accertarono che i magrebini inquadrati nell’esercito francese avevano commesso 191 stupri su donne, 20 tentativi di violenza carnale su donne e uno su un bambino, 11 omicidi e migliaia di furti e rapine. Anche la piccola isola di Pianosa subì lo stesso trattamento: su una popolazione di circa 150 persone, si contarono due tentativi di violenza, dieci rapine, razzie di bestiame e il saccheggio di tutte le abitazioni".

percossi e derubati di portafogli e orologi. Vennero razziati 31 bovini, 23 suini, 46 ovini, 569 conigli e 675 polli e asportati 33.587 litri di vino.

L'Anvm fa una puntuale ricostruzione di quello che accadde sull'isola, una ricostruzione come spiegano che è "frutto degli studi dei nostri ricercatori storici, che hanno consultato numerosi documenti d’epoca. Le cosiddette 'marocchinate' iniziarono con lo sbarco il Sicilia nel 1943 e terminarono solo nell’estate del 1944 con il ritiro del contingente francese dal fronte italiano". 

"Purtroppo, - conclude l'associazione - ancora oggi, c’è chi tende a nascondere queste violenze, nel tentativo di farle dimenticare. La nostra associazione, invece, raccoglie da anni documenti e testimonianze e li mette a disposizione di tutti, perché crimini del genere non siano dimenticati.”


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