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Attualità mercoledì 20 marzo 2019 ore 12:40

I detenuti-studenti incontrano il "Foresi"

Durante uno degli incontri

Quattro liceali detenuti di Porto Azzurro hanno incontrato 700 studenti del "Foresi" in occasione della presentazione del libro "Non fare come me"



PORTOFERRAIO — Due mattinate di permesso per incontrare circa 700 studenti dell'istituto scolastico "Foresi". Le hanno ottenute quattro detenuti del penitenziario di Porto Azzurro, iscritti alla sezione carceraria del liceo scientiifico "Foresi". 

Tutto all'interno del progetto scolastico "Comunicazione e prevenzione", messo a punto lo scorso anno dai docenti Mariateresa Lisco e Nunzio Marotti, e realizzato all'interno della Casa di reclusione elbana.

L'occasione è stata la presentazione, nelle due sedi scolastiche, del libro “Non fare come me”, curato dai due docenti e contenente gli scritti di 17 detenuti studenti, realizzato con l'editore Marco Del Bucchia a conclusione del progetto.

Due incontri ricchi di significato proprio per la presenza a scuola di quattro degli autori del libro: Dan, Giuseppe, Nicola e William, studenti della sezione carceraria di Porto Azzurro.

Grazie alla disponibilità del Preside, prof. Enzo Giorgio Fazio, e alla sua intensa collaborazione con la Casa di reclusione è stato possibile questo incontro tra gli studenti delle classi di Portoferraio e gli studenti detenuti di Porto Azzurro, che hanno presentato il loro lavoro, concepito in particolare per i giovani di oggi.

Il libro affronta temi centrali e decisamente attuali, quali ad esempio quello del giudizio o del pregiudizio, o quello della diversità intesa come forma di ricchezza per ognuno di noi.

Gli autori del libro, molto emozionati, avuto la possibilità di confrontarsi direttamente con i giovani elbani e hanno comunicato le loro esperienze e i loro sbagli, rivelando agli studenti la grande speranza che i loro errori non siano ripetuti da altri. 

Non è stato facile per i 4 reclusi affrontare questo momento. "Abbiamo visto ragazzi attentissimi - hanno commentato i detenuti-studenti - che ci guardavano e ascoltavano, quasi increduli. Abbiamo anche capito che eravamo quasi riusciti a rompere il muro del pregiudizio. La nostra speranza è che gli adolescenti di oggi, adulti di domani, siano pronti a darci una mano per il reinserimento nella società".

I ragazzi si sono detti più che soddisfatti dell’incontro, positivo e propositivo, hanno interagito facendo domande e hanno avuto la possibilità di misurarsi con un'altra forma di complessità dell'esperienza umana.


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