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Attualità venerdì 08 giugno 2018 ore 11:22

Dalle "navi gialle" un censimento dei cetacei

Uno zifio fotografato dal traghetto

Da dodici anni le navi della Corsica Sardinia Ferries ospitano nel santuario Pelagos ricercatori della Fondazione CIMA. I risultati sono sorprendenti



PORTOFERRAIO — Ripartono, con l’arrivo della bella stagione, le campagne di avvistamento realizzate a bordo delle navi di Corsica Sardinia Ferries, da sempre attenta alle tematiche ecologiche, alla protezione dell'ambiente, del mare e delle specie che lo abitano, da parte di ricercatori di ISPRA, Fondazione CIMA, Università di Pisa, Accademia del Leviatano ed EcoOcéan.

“Il 2018 sarà il dodicesimo anno consecutivo di monitoraggi nel Santuario Pelagos e le informazioni ottenute sono, ad oggi, la ‘raccolta dati’ più estesa e a lungo termine, realizzata in quest’area marina protetta” afferma Antonella Arcangeli – Ricercatrice di ISPRA.

Il “progetto di monitoraggi” ha debuttato nel 2007, anno in cui sono iniziate le osservazioni lungo la tratta Civitavecchia – Golfo Aranci. Negli anni, grazie al costante supporto della compagnia, l’area di ricerca si è allargata a tutto il Santuario Pelagos: i dati vengono raccolti lungo le tratte Livorno-Golfo Aranci, Livorno-Bastia, Savona-Bastia, Savona-Calvi, Nizza-Calvi/Ile Rousse e Tolone-Ajaccio.

Da 12 anni, ogni primavera-estate, gruppi di ricercatori si imbarcano sui traghetti di Corsica Sardinia Ferries e si posizionano sul Ponte di Comando. Da qui, insieme agli equipaggi, che da sempre collaborano con entusiasmo a questo progetto, raccolgono dati importanti sulla presenza e distribuzione di cetacei e di altra fauna marina d'interesse (tartarughe, squali e uccelli migratori).

Oltre alle informazioni relative alle specie, negli anni lo studio è stato adattato per raccogliere dati su alcuni potenziali impatti, come il traffico nautico e i rifiuti marini galleggianti.

“L’utilizzo delle navi di linea offre la possibilità di effettuare un campionamento sistematico e replicato nel tempo, che garantisce la possibilità di confrontare i dati e di realizzare studi ad elevato valore scientifico” afferma Paola Tepsich – Ricercatrice di Fondazione CIMA.

Un po’ di numeri

Dal 2007 sono state effettuate più di 1.200 traversate a bordo delle Navi Gialle, alle quali hanno partecipato ricercatori e ricercatrici provenienti da 20 diverse nazioni.

La specie più “incontrata” è la Stenella striata, delfino di cui sono stati avvistati 2.125 gruppi, la dimensione dei quali varia dai 20 ai 60 individui circa.

Al secondo posto, si registrano più di 1.300 avvistamenti di Balenottera comune: sebbene la specie venga avvistata solitamente in gruppi di massimo 2 individui, non sono mancati avvistamenti spettacolari di gruppi formati da 6-8 balenottere, coppie di mamme con cuccioli e individui particolarmente acrobatici, che hanno incantato ricercatori e passeggeri, saltando all’orizzonte e passando poi accanto alla nave.

Incredibili anche i numeri relativi alle specie considerate difficili da avvistare, come i Capodogli e gli Zifi. Queste specie sono campionesse di apnea: gli animali riescono a rimanere sott’acqua mentre cacciano i calamari di cui si nutrono, anche per più di un’ora.

Per questo motivo, la probabilità di avvistarli è molto bassa. Sono stati tuttavia 155 gli avvistamenti di Capodoglio, soprattutto nella parte più occidentale del Santuario, dove si è anche registrato l’incredibile avvistamento di un gruppo famigliare. Solitamente gli animali incontrati sono maschi giovani che viaggiano per il Mediterraneo, ma sia nel 2013 che nel 2015 è stato avvistato un gruppo di 7-8 animali, con alcuni cuccioli.

Sorprendente è l’elevato numero (109) di avvistamenti di Zifi: una specie considerata rara e schiva, che invece viene frequentemente incontrata soprattutto nella parte centrale del Santuario ed in corrispondenza di montagne sottomarine.

Numerosi anche gli avvistamenti (274) della specie più costiera: i Tursiopi, che spesso accolgono e salutano le navi all’arrivo nei porti e frequentano in maniera assidua l’area meno profonda della toscana e dell’arcipelago.

Non mancano gli avvistamenti di specie più particolari come i Globicefali, delfini dall’inconfondibile profilo a sommergibile, che viaggiano in gruppi di oltre 50 individui: per ben22 volte sono stati osservati dalle navi Gialle.

Anche i Grampi e i Delfini comuni sono stati avvistati rispettivamente 20 e 28 volte; non sono grandi numeri ma il contributo che danno alla ricerca è importantissimo, poiché gli avvistamenti di queste specie sono molto rari.

Principali risultati e pubblicazioni

I dati raccolti in questi anni sono serviti per la realizzazione di importanti studi.

Oltre 20 pubblicazioni scientifiche, tra cui tre articoli sulla Balenottera comune, di particolare rilevanza. Grazie a questo progetto, è stata individuata una nuova area di alimentazione estiva per questa specie nel nord Tirreno, considerata, in passato, solo una zona di transito.

Inoltre, i dati raccolti costantemente nella parte centrale del Santuario hanno contributo ad aumentare le conoscenze relative all’ecologia di questa specie: la Balenottera, pur essendo sempre presente, segue cicli differenti, alternando anni ricchi ad anni più poveri e seguendo la naturale variabilità dell’ecosistema dell’area.

Lo studio ha inoltre permesso di mettere in luce una zona importante per la presenza dello Zifio ad est delle Bocche di Bonifacio, in corrispondenza di una serie di canyon sottomarini, evidentemente importanti per la specie.

Non sono mancate informazioni molto utili sull’effetto dell’aumentato del traffico navale e sul comportamento delle specie: i cetacei sembrano “rispondere” al disturbo causato dalle imbarcazioni, aumentando i tempi delle immersioni o cercando, con piccoli spostamenti, aree meno trafficate.

Se questo sembra essere un comportamento generalizzato fra le specie pelagiche, le risposte si differenziano a seconda della stagione, della tipologia di imbarcazione e delle “priorità” biologiche degli animali: quelli in cerca di cibo o con ristrette possibilità spaziali di habitat idonei, sembrano destinati a convivere anche con una maggior presenza di traffico nautico.

Queste indicazioni, così come la sorveglianza effettuata a bordo dal personale, è di sicuro aiuto per prevenire e mitigare eventuali incidenti fra cetacei e imbarcazioni.

Molto importanti sono le informazioni ottenute dalla raccolta dei dati sui rifiuti marini, tema di scottante attualità di cui non si hanno ancora precise informazioni. I primi risultati mostrano un mare divenuto una discarica: i rifiuti galleggianti sono distribuiti quasi omogeneamente in tutte le aree, con zone di concentrazione vicino alle potenziali sorgenti: agli sbocchi fluviali o nelle zone dove le correnti e i venti tendono a creare accumuli.

Le stagioni in cui si registra la maggiore densità di rifiuti sono la primavera e l’estate, probabilmente a causa dell’aumento di attività antropiche legate alla costa e al mare.

Oltre l’80% dei rifiuti osservati è composto da plastiche, questo dato merita un’attenta valutazione delle nostre abitudini e dell’abuso di una materia non degradabile, che inevitabilmente non può che accumularsi creando forti rischi per tutte le specie marine e i loro habitat.

Gli studi realizzati in questi anni, grazie al “progetto di monitoraggi”, sono stati presentati ad oltre 60 convegni scientifici internazionali e nell’ambito del progetto sono state realizzate oltre 30 tesi di laurea in collaborazione con le principali Università italiane.


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