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Attualità giovedì 14 dicembre 2017 ore 10:42

Acqua, la lettera aperta dell'AD di ASA

Ennio Trebino: "Mi spiace non essere stato presente, ma ero impossibilitato. Giusto avere parlato di 'sicurezza idrica', è quello il nostro obiettivo"



PORTOFERRAIO — Assente per malattia al convegno dello scorso 7 dicembre, l'AD di ASA SpA Ennio Trebino ha voluto inviare una lettera aperta per intervenire sulla questione approvvigionamento idrico dell'isola.

"Mi dispiace - si legge nella nota di Trebino -  di non aver potuto partecipare all’assemblea sull’autonomia idrica elbana a causa di un banale quanto inopportuno male di stagione. Ciò non mi ha impedito di ascoltare i precisi rendiconti delle varie posizioni che mi sono state riportate.
Vorrei pertanto esprimervi il mio ringraziamento e il mio punto di vista che conto di riproporvi personalmente in una prossima occasione.

Partirei dalle parole dell’assessore Federica Fratoni: “Il dissalatore si farà e si farà nel vostro preciso interesse. Non possiamo permetterci che un incidente alla condotta sottomarina, oramai esausta, possa mettere in crisi la principale risorsa della vostra economia: il turismo”.
Giustamente, il Consigliere Anselmi ha letto “sicurezza idrica” dietro la parola autonomia idrica. Perché di questo stiamo parlando.

Potremmo aver mancato in qualche occasione ma certamente i miglioramenti sono stati misurati dalla crescita incessante del turismo sulla vostra Isola senza che le crisi idriche abbiano sostanzialmente impattato sul contenuto della vostra offerta.
E’ quindi nostro preciso dovere ascoltare tutti ma alla fine decidere perché la responsabilità e la sensibilità del sistema idrico elbano ricade principalmente su di noi.
Quelli che oggi propongono le mille soluzioni, quelli che stanno ritardando il nostro processo di messa in sicurezza, sono anche disponibili a risponderne in caso di crisi nel corso della prossima estate?

La soluzione individuata riteniamo sia la migliore, la più rapida e la meno impattante. Gli studi approfonditi da parte del nostro team di tecnici, le analisi che sono state eseguite, i controlli cui siamo stati sottoposti e le prescrizioni degli enti competenti ci danno la ragionevole certezza che la strada intrapresa è quella giusta.
Certamente ci sarebbero potute essere altre soluzioni, a cui si sarebbero opposti gli abitanti di un’altra area, ma la democrazia impone delle scelte per il bene di tutti.
Se entriamo nel merito ci troviamo in una situazione paradossale, potremmo capire se stessimo proponendo di realizzare impianti più impattanti, ad esempio quelli afferenti al ciclo dei rifiuti, ma stiamo parlando di un dissalatore, un impianto che nel mondo e nelle altre isole vicine a noi ha risolto problemi importanti senza creare alcun impatto.
Il rumore, come ampiamente ricordato, è un falso problema. La tecnologia è perfettamente in grado di proteggerci da queste immissioni, gli strumenti per misurarlo esistono.

Per lo scarico della salamoia sono state adottate soluzioni che ci garantiscono l’assenza di effetti sull’ambiente marino, se ARPAT e Legambiente sono state soddisfatte, insistere in questa posizione, presuppone una conoscenza maggiore rispetto alle strutture organicamente deputate al controllo e quindi l’incompetenza di queste ultime, situazione intollerabile in uno stato di diritto.
Una volta messa in sicurezza l’Isola, possiamo discutere insieme, proseguendo sul percorso di partecipazione intrapreso in occasione del dissalatore, su come sia meglio proseguire. La nostra Azienda crede che la soluzione per la definitiva messa in sicurezza sia realizzare una nuova condotta sottomarina, ma, come emerso già nell’incontro, ci sono criticità legate alla garanzia di continuità della falda della Val di Cornia, soluzione che spingerebbe verso la realizzazione di un secondo dissalatore. Ma questo lo vedremo insieme, senza trascurare il potenziamento della captazione delle sorgenti e della realizzazione di nuovi pozzi (soluzioni già in corso), senza trascurare il tema degli stoccaggi citati dal Sindaco Ferrari, degli accumuli e non ultimo il riuso ed il risparmio delle acque suggerito recentemente da un noto geologo elbano.
Concludo dicendo che sono stato a verificare l’area oggetto di tanta attenzione: un pontile abbandonato non mi risulta abbia suscitato le proteste di nessuno così come i container presenti sono passati inosservati per anni.
Forse è l’occasione giusta per fidarsi e riparlarne al termine del percorso di riqualificazione dell’area.
Allora potrete dirci se la nostra proposta ha raggiunto o meno gli obiettivi previsti.

Sono certo - conclude l' Amministratore Delegato di ASA Ennio Marcello Trebino - che questa potrà essere un’altra occasione per dimostrare la nostra affidabilità e serietà".


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