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Attualità giovedì 12 dicembre 2019 ore 15:45

Festa dell'albero a Forte San Giacomo

Durante la Festa dell'albero al carcere di Porto Azzurro

L'iniziativa promossa da Legambiente si è svolta all'interno della Casa do reclusione di Porto Azzurro. Sono stati piantati tre giovani alberi



PORTO AZZURRO — Nella Casa di reclusione di Porto Azzurro si è svolta la Festa dell'albero, organizzata da Legambiente Arcipelago toscano con il contributo di direttore del carcere, polizia penitenziaria, area trattamentale e carabinieri forestali. Piantare un albero come atto di speranza verso il futuro, come simbolo di crescita e libertà, come assunzione di responsabilità personale e impegno attivo, verso se stessi e verso il mondo. Queste sono alcune delle tematiche che sono emerse in occasione della Festa dell’Albero che si è svolta lo scorso venerdì 6 dicembre all’interno della Casa di Reclusione di Porto Azzurro.

La Festa dell’Albero è una campagna di Legambiente che si svolge ogni anno in contemporanea in tutta Italia per celebrare gli alberi e il loro indispensabile contributo alla vita. Prevede la piantumazione di alberi quale gesto concreto per restituire alle comunità spazi vivibili e accoglienti e ricordare che senza gli alberi, i polmoni verdi del pianeta, non c’è futuro.

Alla presenza dei detenuti facenti parte del circolo Legambiente Arcipelago toscano, degli educatori ambientali volontari, del direttore del carcere dottor Francesco D’Anselmo con i Funzionari del Trattamento ed il personale dell’Area Sicurezza, del colonnello dei carabinieri forestali Marco Pezzotta e di altri detenuti e volontari che prestano opera volontaria nel progetto Il verde oltre le mura sostenuto dall’associazione Dialogo di Portoferraio per abbellire gli spazi comuni e della realizzazione e manutenzione degli orti, si è svolta una piccola cerimonia che ha avuto come fulcro la piantumazione di 3 giovani alberi nel giardino interno della sezione di reclusione, quello su cui si affacciano le camere di pernottamento.

In uno spazio scelto attentamente e nelle buche già predisposte sono stati messi a dimora un corbezzolo, arbusto tipico della macchia mediterranea, donato dai carabinieri forestali, un albero di limone nano, donato dall’Istituto “Cerboni” del quale è attiva una sezione all’interno dell’Istituto del corso di Agraria ed Agroindustria, e un cespuglio di callistemon, donato dal Circolo Legambiente Arcipelago Toscano.

Tra i rami delle giovani piante i detenuti hanno appeso dei cartoncini colorati che erano stati elaborati nel corso degli incontri settimanali con i volontari: alcuni contenevano delle riflessioni sul significato di questo momento speciale, altri degli auguri all’albero, alla natura e a se stessi, altri ancora dei desideri e delle speranze per il futuro, affidate alla crescita delle piante.

È stata letta un’ode di Giovanni Pascoli al corbezzolo, dal poeta ritenuto simbolo della bandiera italiana, per il portare contemporaneamente i frutti rossi, i fiori bianchi e le foglie verdi, che avviene proprio in questo periodo dell’anno:

O tu che, quando a un alito del cielo

i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,

tu no, già porti, dalla neve e il gelo

salvi, i tuoi frutti;

e ti dà gioia e ti dà forza al volo

verso la vita ciò che altrui le toglie,

ché metti i fiori quando ogni altro al suolo

getta le foglie;

i bianchi fiori metti quando rosse

hai già le bacche, e ricominci eterno,

quasi per gli altri ma per te non fosse

l’ozio del verno;

o verde albero italico, il tuo maggio

è nella bruma: s’anche tutto muora,

tu il giovanile gonfalon selvaggio

spieghi alla bora […]

Le autorità presenti sono state omaggiate con il libro “Verde Brillante” di S. Mancuso sull’intelligenza del mondo vegetale, donato dai detenuti al direttore del carcere, mentre i Carabinieri Forestali sono stati ringraziati con una targa a ricordo dell’evento progettata, realizzata e decorata dai detenuti nella falegnameria.

Infine un piccolo momento dolce, l’assaggio dei frutti di corbezzolo che giungono a maturazione proprio tra l’autunno e l’inverno: per qualcuno la scoperta di un gusto mai provato prima, per altri il ritrovo nostalgico di un sapore dell’infanzia.

Tra una foto ricordo e una stretta di mano, la cerimonia si è avviata a conclusione. La cura degli alberi è ora nelle mani di una parte dei detenuti, i quali già si occupano in modo eccellente della manutenzione del verde all’interno delle mura.

"Un ringraziamento - spiegano gli organizzatori - va a loro e ai detenuti soci Legambiente Arcipelago toscano, ai volontari, al direttore del carcere, alla Polizia Penitenziaria, all’area trattamentale ed ai carabinieri forestali. Il contributo e la partecipazione di tutti sono stati preziosi e hanno dato ancora maggiore rilevanza alla piantumazione in occasione della Festa dell’Albero, sia come gesto concreto che come significato simbolico. Questi nuovi alberi, da oggi a dimora tra le sbarre, possano ricordarci che con le giuste cure la crescita di ognuno di noi è possibile e che può dare buonissimi frutti".


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