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Attualità martedì 22 gennaio 2019 ore 15:32

Eurit, le proteste di Legambiente e Italia Nostra

La cava in località La Crocetta a Porto Azzurro

Per le due associazioni l'ampliamento della cava con lo sbancamento della collina è un provvedimento antistorico contro il paesaggio e l'ambiente



PORTO AZZURRO — Non si placala discussione sul progetto  di ampliamento della miniera in località La Crocetta, nel Comune di Porto Azzurro, gestita dalla società Eurit che ha avuto il via libera a nuovi interventi da parte della Regione Toscana.

Oggi interviene di nuovo Legambiente Arcipelago toscano per replicare da un lato alla presa di posizione Confindustria Livorno e Massa Carrara (leggi qui l'intervento)  e dall'altro alle Rsu e a Fillea-Cgil (leggi qui l'articolo).

"Incredibile ma vero, per Confindustria e Cgil rimuovere la cima di una collina all’Elba non provoca un danno ambientale", esordisce così Legambiente.

"Abbiamo letto con attenzione la lezioncina impartitaci da Confindustria Livorno - Massa Carrara sull’ampliamento della miniera del Buraccio - scrive Legambiente - che prevede in 10 anni la distruzione della cima di una collina dopo che l’impresa socia di Confindustria aveva clamorosamente sbagliato le valutazioni economico-ambientali per la precedente autorizzazione ventennale. Ancora più sorprendente è che la Rsu Eurit - Segreteria Fillea - Cgil provincia di Livorno ci accusi di non aver voluto partecipare a 'un dialogo costruttivo con la società e i lavoratori per trovare un compromesso che salvaguardasse tutti gli interessi coinvolti', dialogo al quale Legambiente non è mai stata invitata a partecipare. In realtà questa vicenda è stata segnata da una forte ed evidente opacità amministrativa e politica".

Legambiente accusa Confindustria di usare un linguaggio alla "Trump" e aggiunge: "Capiamo quindi perché Confindustria non comprenda cosa intendiamo per negazionismo ambientale: fa proprio come Trump di fronte alle stesse constatazioni degli ambientalisti statunitensi. Un negazionismo che arriva addirittura far dire alla Cgil che in realtà non ci sarebbe nessun ampliamento della miniera e nessun contraccolpo ambientale. Evidentemente il sindacato pensa che rimuovere la cima di una collina sia una cosa senza impatto su fauna, flora e ambiente. Se non è negazionismo ambientale questo…"

"Confindustria - sottolinea Legambiente - fa il suo mestiere, che è quello di difendere interessi privati spesso a discapito di quelli pubblici, ma dovrebbe almeno evitare di cercare di insegnare a Legambiente come fare l’associazione ambientalista che difende i beni comuni".

Il Cigno verde, che ha seguito tutti i vari passaggi del progetto spiega inoltre: "sappiamo bene che per bypassare questo ostacolo ambientale e la contrarietà del Comune di Capoliveri si è dovuta tirar fuori dal cilindro l’importanza nazionale di un ampliamento di una miniera che ha solo fini di guadagno privato, interessi che naturalmente Confindustria, per spirito corporativo, ha tutto il diritto di difendere, ma non raccontando che una miniera potrebbe migliorare l’ambiente e che può essere ambientalmente risarcita l’asportazione di una collina che sorge lungo una rotta migratoria tra le due uniche zone umide rimaste all’Elba. Che fa l’Eurit, come opere di mitigazione, ricostruisce la cima di quella collina da un’altra parte?"

In merito alla presa di posizione della Cgil, Legambiente, dichiarando la concezione ottocentesca del sindacato sulla salvaguardia della natura, aggiunge: "Sorprende davvero che la Cgil si accodi a Confindustria e ci accusi maldestramente di 'passare sotto silenzio opere che insistono sullo stesso territorio e che sono sicuramente più impattanti'. Quali sarebbero queste opere verso le quali Legambiente non avrebbe presentato osservazioni e proposte? Quali sono invece gli interventi della Cgil contro la realizzazione di queste opere che ritiene evidentemente più impattanti della rimozione di una collina?"

Ma a protestare sulla delibera regionale che approva il progetto sulla miniera Eurit arriva anche un intervento dell'associazione Italia Nostra Arcipelago toscano.

 "L'elenco delle autorizzazioni degli enti preposti alla valutazione del progetto è lungo", sottolinea Italia Nostra, enumerandole.

Una serie di pareri che permettono, secondo Italia Nostra, che una collina in dieci anni venga livellata a scapito dell'interesse ambientale ma a favore invece di quello socio-economico.

"Un atto che non propone la soluzione al problema, - sottolinea Italia Nostra - per ammissione della stessa Giunta che ha approvato un Piano che del Paesaggio Toscano, e dell’Elba in particolare, ha fatto la sua 'icona' di bellezze. Emerge una domanda: fra dieci anni, perdurando ancora l'interesse pubblico delle motivazioni socio-economiche, cosa facciamo? Nell'emergenza, dovendo scegliere tra posti di lavoro e ambiente, è ovvio che vengono scelti i posti di lavoro. Ma di emergenza in emergenza, finiremo per cavare minerale a Capo Bianco". 

"La Giunta maschera con questa delibera il proprio fallimento - spiega Italia Nostra - nell'affrontare la situazione nell'interesse pubblico e l'inefficienza nelle trattative economiche e compensative in corso da anni, non con la piccola consociata Eurit, ma con la casa madre, l'impresa Colorobbia. Un'azienda leader nel mondo".

"Del resto, - aggiunge Italia Nostra - appellarsi ai fondamentali principi del Piano di Indirizzo Territoriale con Valenza di Piano Paesaggistico approvato dalla Regione Toscana può essere rischioso vicino alle elezioni: si preferisce trascurare qualunque riferimento alle 'Linee guida per la valutazione paesaggistica delle attività estrattive', espressamente e chiaramente declinate nel documento. Il caso del Parco Regionale delle Apuane ci accomuna a situazioni apparentemente diverse". 

"Si preferisce nascondersi dietro valutazioni a breve termine, - sostiene Italia Nostra- rinnegando il piano paesaggistico, rivolto non certo a un paesaggio astratto. La Convenzione europea del Paesaggio ce lo spiega, il paesaggio è una parte di territorio così come è percepito dalle popolazioni che vi abitano, vi lavorano, dall'ambiente, dalle loro relazioni. Siamo sicuri che siano solo gli ambientalisti a protestare? Veramente gli elbani sono insensibili?"

 "Fa male constatare che il futuro dell'economia elbana privilegiato dalla Regione Toscana sia il lavoro di cava, antistorico in un'isola, in un arcipelago a forte connotazione ambientale e turistica. Non ci si è nemmeno accorti che si ignorano le aspettative dei giovani, che si mette in crisi il lavoro di chi abita nella zona, che si sfigura non una parte, ma tutta l'Elba. La gestione strategica di un territorio si aspetta anche questo, una sua progettazione formale riconosciuta e condivisa dagli abitanti, che tenga conto delle responsabilità politiche e amministrative di indirizzo e controllo della Giunta Regionale, in questo caso svilite nei fatti".


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