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Attualità giovedì 12 settembre 2019 ore 16:30

Emissioni inquinanti nei porti, ecco il rapporto

Foto di repertorio

Il 56 per cento di emissioni nei porti viene prodotto durante le fasi di sosta, al primo posto delle emissioni a Portoferraio c'è l'anidride carbonica



LIVORNO — Presso la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno è stato presentato il 1° Rapporto sul Carbon Footprint del Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale. Il rapporto si pone come un contributo utile per la redazione del Piano Ambientale ed Energico di Sistema cui la Port Authority, guidata da Stefano Corsini, sta lavorando.

L'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, come si legge nell'introduzione allo studio pubblicata su PortNews, è stata una delle prime Port Authority in Italia a mappare in modo esaustivo le principali emissioni di carbonio prodotte dai porti di sua competenza (soprattutto Livorno, Piombino e Portoferraio), presentando stamani a Livorno i risultati di un anno di indagini.

Il rapporto sul Carbon Footprint del Sistema Portuale dell’Alto Tirreno si pone su un piano innovativo per due ragioni. Innanzitutto, è stato elaborato grazie alla ridefinizione di una nuova architettura digitale: oggi gli scali portuali del Mar Tirreno Settentrionale possono contare su una piattaforma strategica, chiamata Monica (Monitoring & Control Architecture), sulla quale convergono informazioni e dati provenienti sia da set di servizi digitali diversi (Port Community System, Rete Nazionale AIS del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, workflow specifici, ecc.), sia da apposite reti di sensori disseminate nei punti più rilevanti degli scali portuali.

L’altro elemento di novità è costituito dal fatto che i dati sono stati elaborati secondo le linee guida rilasciate dall’International Maritime Organization, attraverso il set di strumenti denominato “Port Emissions Toolkit”, finalizzato ad armonizzare e standardizzare le metodologie di raccolta delle informazioni, di analisi e di determinazione del carbon footprint.

I dati del rapporto presentati dall’AdSP danno già una idea di quanto l’inquinamento ambientale stia diventando un problema al quale si deve porre rimedio al più presto.

Per quanto riguarda i traffici marittimi del porto di Portoferraio, nel rapporto si legge che sono costituiti quasi esclusivamente da navi di categoria Passenger e Passenger/Ro-Ro. Nel periodo di riferimento sono arrivate oltre 9800 navi, l’88% delle quali appartengono alla categoria Passenger/Ro-Ro e il restante 12 per cento alla categoria Passenger.

Nel rapporto si sottolinea che o il 60 per cento di tutti gli arrivi è dovuto a sole 5 navi, ognuna delle quali ha effettuato più di 1000 accosti l’anno, ossia una media di oltre 3 arrivi al giorno. Queste navi sono traghetti che congiungono il porto di Portoferraio a quello di Piombino, che compiono più viaggi durante l’arco della giornata ottimizzando al massimo i tempi di sosta.

Complessivamente i tempi di attività di tutte le navi oggetto di studio nel porto di Portoferraio sono state oltre 20500 ore (equivalente a più di 2 anni). La fase di sosta rappresenta oltre il 90 per cento delle ore totali (circa 18000 ore).

Anche per le navi operanti nel porto di Portoferraio la fase con durata temporale maggiore è quella di sosta. Il tempo medio di sosta varia da circa un’ora per le navi di categoria Passenger, fino a 2 ore per le navi di categoria Passenger/Ro-Ro. Risultano molto più contenuti i tempi medi di arrivo e partenza, i quali non superano i 10 minuti per tutte le navi.

Le quantità di inquinanti principali prodotte dalle attività marittime del porto di Portoferraio nel periodo dal 1 Maggio 2018 al 2 Maggio 2019 risultano così indicate:

- CO2 con 7105 tonnellate;

- NOx con 146 tonnellate;

- SOx con 118 tonnellate;

- PM10 con 15 tonnellate;

- PM2.5 con 14 tonnellate.

Complessivamente questi inquinanti rappresentano oltre il 99 per cento in massa delle emissioni totali, ed in particolar modo l’anidride carbonica (CO2) rappresenta da sola circa il 95 per cento di tutte le emissioni.

Osservando le emissioni per tipologia di movimento portuale è possibile notare come il 56 per cento delle emissioni sono state prodotte durante la fase di sosta. Durante la fase di arrivo si stima che siano state prodotte il 31 per cento delle emissioni, mentre durante la partenza sono state prodotte il restante 25 per cento di inquinanti.

Lo studio svolto evidenzia come la maggior parte delle emissioni delle navi avviene durante la fase di sosta all’interno dei porti. Le strategie per ridurre le emissioni dei Ghg devono quindi concentrarsi in questa riduzione.

A tal fine l'Autorità di sistema portuale indica  varie possibili soluzioni per raggiungere gli obiettivi prefissati, quali l’elettrificazione delle banchine o l’utilizzo di combustibili con un minore impatto ambientale rispetto a quelli tradizionalmente usati. 

E' possibile consultare il rapporto completo allegato  in fondo all'articolo.


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