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Cultura martedì 29 aprile 2014 ore 06:30

"La frontiera bagnata", arte per riflettere

La copertina del libro

Una pubblicazione ed una mostra raccontano "il naufragio, la deriva"



ISOLA D'ELBA — Da pochi giorni è presente nelle librerie elbane una nuova pubblicazione della Persephone Edizioni dal titolo “La frontiera bagnata” di Angela Galli e Francesca Ria, un libro d’arte dove il tema del naufragio, della deriva fisica e simbolica è affrontato e interpretato su molteplici livelli dalle artiste.

Francesca Ria regista e attrice della performance teatrale ispirata da un testo di Lanfranco Caminiti e Angela Galli autrice degli scatti di reportage e di successive interpretazioni.

Lo scopo di questo articolo non è pero’ di parlare dei contenuti dell’opera, argomento che sarà affrontato più volte nei mesi a venire poichè il progetto, di ampia scala, coinvolge infatti quasi tutti i comuni elbani, è stato promosso dalla Regione Toscana e dall’Assessorato alle Pari Opportunità della provincia di Livorno ed ha impegnato per la sua realizzazione complessivamente tra autrici e amministratrici circa 15 donne, il lavoro di 15 donne.

Lo scopo di questo articolo è di sottolineare una cosa ancor più importante dell’evento trattato: la pubblicazione,“La frontiera bagnata”, apre in realtà un discorso, apre delle considerazioni profonde su cosa voglia dire essere artisti di un’isola, lavorare in quanto artisti in un contesto stupendo ma isolato, soprattutto commercialmente, desidera sottolineare un nuovo modo di pensare e questo pensiero è rivolto alle istituzioni perchè si sveglino veramente al territorio, vuole gettare enfasi sulle parole “Patrimonio culturale immateriale” che spesso prendiamo come sigla priva di senso.

Gli artisti di un luogo sono patrimonio culturale, hanno bisogno di essere coccolati, allevati, aiutati, promossi. Si promuove il DOP!? Ecco, è esattamente la stessa cosa. Esiste una produzione culturale locale di qualità, bisogna allora investire; esistono spettacoli, opere che hanno avuto la genesi su questo territorio, interamente concepite e realizzate da artisti che vivono all’Elba, devono, allora, essere rappresentate e finanziate. L’isola poi è ricca di altri patrimoni culturali da evidenziare, I patrimoni culturali, sono luoghi in cui è racchiusa “Anima, Memoria (quasi sinonimo di Anima), Identità”, gli artisti amano lavorare sui patrimoni culturali, diventandolo a loro volta e contribuendo cosi’ a magnificare, evidenziare un’identita spesso sepolta sotto ampi strati di sedimenti e per fortuna ancora recuperabile. Quale migliore dono da offrire al nuovo turista consapevole che noi stessi, nella nostra essenza, nella nostra peculiare originalità! Un’altra cosa che le istituzioni devono imparare bene è come collegare i vari patrimoni culturali al turismo. Entro in esempi pratici, metti la città di Portoferraio che a mio avviso è la più bella del Mediterraneo e racchiude un notevole potenziale turistico, metti Forte Falcone, non ci si ricorda del successo dell’evento legato al compleanno di Napoleone il 15 agosto del 2009 promosso dall’allora Ente per il Turismo. Io ero là, ho la documentazione fotografica. Eppure è bastato poco: delle video proiezioni sui muri interni, un buffet sugli spalti, dei musicisti Jazz, e delle fiaccole a illuminare il percorso. È evidente che il luogo è un bene di alto livello, tralascio tutti i suoi pregi architettonici parlo di Memoria collettiva, di forza emozionale, come del resto ha di nuovo evidenziato “l’invasione digitale” di alcuni giorni fà. E allora bisogna promuoverli questi luoghi, questa bellezza, farci girare la vita, l’arte e perchè no il denaro. Non è disdicevole avere un beneficio valorizzando eticamente un luogo o promuovendo artisti del luogo, un bene, linfa vitale di ogni società.

Il discorso che la pubblicazione vuole iniziare oltre a promuovere un artista nato qui o che qui ha stabilito la residenza è la necessita di avere attorno un indotto atto a farlo: figure professionali di supporto, ci sarebbe bisogno di una galleria magari in gestione associata dei comuni, con curatori, critici, comunicatori che sappiano valorizzare gli artisti e promuovere l’arte che qui nasce, frequentare fiere, contattare i collezionisti, che curassero pubblicazioni nel settore. Insomma bisogna emergere come luogo dove si produce un’arte degna di essere valorizzata, esportata. Oppure incentivare gli artisti ad avere una galleria-atelier. Mi piace e lo sottolineo tutte le volte che posso, amo riprendere e reiterare il pensiero napoleonico, quell’idea di isola al centro del mondo

« Mon existence à l’île d’Elbe était encore assez enviable, assez douce ; j’allais m’y créer en peu de temps une souveraineté d’un genre nouveau : ce qu’il y avait de plus distingué en Europe commençait à venir passer en revue devant moi. J’aurais offert un spectacle inconnu à l’histoire ; celui d’un monarque descendu du trône, qui voyait défiler avec empressement devant lui le monde civilisé ». (- DE LAS CASES Emmanuel, Il memoriale di Sant’Elena, ED Bur, 2008, Milano, pages 1776 ;(citation : Page 533, avril 1816).


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