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Attualità giovedì 06 novembre 2014 ore 16:20

Ferrari: "Presto azioni clamorose per l'ospedale"

Il sindaco di Portoferraio annuncia durissime azioni contro la decisione del consiglio regionale sull'ospedale. "E' una vergogna, noi non ci stiamo"



PORTOFERRAIO — "Questa volta hanno esagerato, è una vergogna e noi non ci stiamo". Comincia così la conferenza stampa del sindaco Ferrari nella quale annuncia "una reazione durissima, eclatante, come non se ne sono mai viste all'Elba" per protestare contro il piano sanitario regionale che ha classificato l'ospedale elbano a ospedale di prossimità.

"Poco più di un pronto soccorso per un volume di accessi che si avvicina ai tre milioni annuali, è una decisione che di fatto smantella la sanità elbana e viene da un partito e un presidente (Rossi, nda) che fa gli slogan dicendo che la sanità è un diritto di tutti. Ecco, questo diritto da ieri i cittadini elbani non lo hanno più come gli altri".

Quale sarà quest'azione non è dato ancora saperlo, sarà lo stesso primo cittadino ad illustrarla ai colleghi in una conferenza dei sindaci convocata d'urgenza per domani. Una conferenza che servirà a raccogliere le adesioni degli altri comuni ma che, anche in caso di esito negativo, non fermerà la giunta portoferraiese: "Noi andremo avanti con chi ci sta e chi non ci segue ne risponderà ai propri cittadini. Noi abbiamo l'ospedale nel nostro comune ma quella che vogliamo fare è una battaglia per la salute di tutti i cittadini elbani".

Non sarà una manifestazione di piazza, questo almeno riusciamo a tirarglielo fuori: "I cortei aiutano ma non sono risolutivi. Noi andremo oltre".

L'obiettivo da abbattere è l'accordo di programma firmato nel 2012 e dietro il quale si è fatta scudo la Regione ieri in consiglio: "I sindaci elbani hanno firmato un accordo appena due anni fa - ha detto Marco remaschi, consigliere Pd e presidente della commissione sanità regionale - adesso non possiamo ridiscuterlo a ogni cambio di amministrazione".

Su questo punto Ferrari è categorico: "Quell'accordo è un cumulo di macerie che ci portiamo dietro e deve essere ridiscusso. La situazione economica e sociale è cambiata e così i nostri bisogni. Abbiamo bisogno che il nostro ospedale sia classificato come ospedale di base, ne va della salute dei cittadini elbani e di quella degli ospiti che visitano l'isola ogni anno".


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