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Politica domenica 31 maggio 2020 ore 11:30

"Comune unico già bocciato, serve un ente intermedio"

Ruggero Barbetti, vicesindaco di Capoliveri
Ruggero Barbetti, vicesindaco di Capoliveri

Nella discussione sul futuro amministrativo dell'Elba il vicesindaco di Capoliveri Barbetti spiega perché è preferibile una "comunità isolana"



CAPOLIVERI — Proseguono gli interventi con i vari punti di vista su quale potrebbe essere la migliore organizzazione amministrativa dell'isola d'Elba per cogliere le sfide del futuro anche tenendo conto delle opportunità di sviluppo legate alla programmazione dei fondi europei e che QUInews Elba ha lanciato come riflessione dal titolo Elba 21/27 (leggi qui l'articolo) per stimolare la discussione e dare voce a più punti di vista possibili.

Gli interventi fino ad oggi pubblicati che hanno visto la partecipazione di amministratori di ieri e di oggi, rappresentanti della categorie economiche e dell'associazionismo hanno sottolineato la necessità di arrivare a una unione amministrativa dell'Elba attraverso l'istituzione del Comune unico. Inoltre un gruppo di imprenditori elbani nei giorni scorsi ha anche depositato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare (leggi qui l'articolo) in questo senso e ieri proprio sui tempi di un eventuale nuovo referendum è intervenuto anche Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana e candidato alla presidenza della Regione per il Pd (leggi qui l'articolo).Nei giorni scorsi invece Ruggero Barbetti, vicesindaco di Capoliveri ed esponente di Centrodestra, ha proposto un suo manifesto per il futuro dell'Elba, "Elba isola autonoma" con una serie di proposte su aspetti. A questo proposito però abbiamo chiesto a Barbetti che cosa ne pensa dell'idea di un Comune unico, dato che nel referendum del 2013 era tra i promotori del Si a questo progetto.

"Nel 2013, sette anni fa, - di ha detto Barbetti - al referendum per il Comune unico gli elbani dissero un No perentorio a questa possibilità e oggi bisogna prenderne atto. Io ritengo che non siano ancora maturi i tempi e vi spiego anche quali furono le principali problematiche che emersero allora. I cittadini dei Comuni elbani avevano timore di essere amministrati come allora era gestito Portoferraio mentre a Portoferraio c'era la speranza che si arrivasse ad una amministrazione migliore come nei piccoli Comuni, tanto che il Si vinse solo a Portoferraio mentre nel resto dell'Elba passò il No. Altri aspetti che riguardavano i cittadini dei piccoli Comuni erano la paura che ci fosse un'amministrazione portoferraio-centrica, il timore di non poter più avere un contatto diretto con gli amministratori del territorio con cui dialogare per segnalare e risolvere i problemi locali ma anche le resistenze di piccoli gruppi di potere locale che ad ogni elezione non avrebbero più potuto avere voce in capito sulla formazione delle liste elettorali".

"Nessuno si sforza di ragionare in termini di efficienza ed efficacia amministrativa come richiederebbe un Comune unico - ha aggiunto Barbetti - perciò i tempi non sono ancora maturi. Ritengo che per almeno altri 10 anni ci sia bisogno di un ente intermedio che io ho indicato in una Comunità isolana dove però a sedersi dovrebbero essere tutti i sindaci e non altre persone delegate per lavorare ad azioni comuni per il bene dell'isola. Lì dovrebbero essere centralizzati determinati servizi amministrativi che non riguardano la politica, un esempio è l'ufficio che si occupa degli stipendi. Anche le funzioni svolte dalla Gestione associata del turismo potrebbero essere svolte da una Comunità isolana".

"Per quanto riguarda invece ciò che è realizzabile per migliorare la vita dell'Elba e delle isole minori, - ha proseguito Barbetti - secondo me ci sono due proposte realizzabili come la zona franca urbana dato che ce ne sono già altre in Italia e una legge per le isole minori che attualmente è passata solo al Senato ma è bloccata alla Camera. Inoltre c'è bisogno che i Comuni dell'Elba e delle altre isole, così come i piccoli comuni turistici che hanno bisogno di avere risorse per le necessarie opere infrastrutturali e di manutenzione per le grandi presenze che hanno, possano contare sui fondi derivanti dall'Imu senza doverli versare allo Stato. Queste risorse dovrebbero rimanere ai Comuni e non essere redistribuite nel Fondo di solidarietà".

"Queste tre cose però - ha concluso Barbetti - sono possibili solo con un cambiamento di colore politico in Regione e poi al Governo. Si tratta di una battaglia che deve vedere i Comuni e la Regione a fianco per chiedere queste misure al Governo nazionale. Fino ad oggi la sinistra, che ha storicamente governato la Regione, ha frenato attraverso una logica di non dare autonomia. Io credo che con il centrodestra sarebbe diverso e si potrebbe ottenere di più".

Valentina Caffieri
© Riproduzione riservata


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