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Attualità mercoledì 02 agosto 2017 ore 19:30

Sammuri, ultima intervista da presidente del Parco

Il presidente del Parco Giampiero Sammuri

Giovedì 3 agosto la conferenza stampa di fine mandato. I temi più importanti anticipati in una intervista pubblicata da Arpatnews



PORTOFERRAIO — Giampiero Sammuri, dal 2012 presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, terrà nella mattina di giovedì 3 agosto una conferenza stampa di fine mandato. Quello che si conclude è un ciclo di 5 anni di amministrazione, e molti dei contenuti di ciò che Sammuri racconterà alla stampa sono anticipati in una intervista pubblicata da Arpatnews.

Biologo, ex Dirigente del Settore ambiente della Provincia di Grosseto - si legge nella premessa dell'intervista -  prima del 2012 è stato per dodici anni presidente del Parco della Maremma. Dal 2011 è anche presidente nazionale di Federparchi e vicepresidente della sezione Italiana IUCN (Unione internazionale conservazione della natura). Dal 2011 al 2014 è stato membro del board di Europarc Federation (associazione europea dei parchi).

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, nato nel 1996, si estende su un’area di 79.160 ettari tra le province di Livorno, Grosseto e l’area a mare. È uno dei Parchi Nazionali italiani con la più forte integrazione tra terra (22%) e mare (78%) e il maggior numero di isole, significativamente distanti e diverse tra loro, ricche di specie endemiche da salvaguardare: Elba, Pianosa, Capraia, Gorgona, Giglio, Giannutri e Montecristo.

Il Parco tutela il patrimonio naturale e ambientale e garantisce la conservazione della biodiversità in un territorio riconosciuto per il 99,8% come area importante per la diversità vegetale e caratterizzato dalla presenza di uccelli marini protetti di rilevante importanza, come il Gabbiano corso - simbolo del Parco, la Berta maggiore e la Berta minore.

Ecco l'intervista.

"I Parchi possono trovarsi ad affrontare delle emergenze nel salvaguardare la biodiversità e gli habitat necessari alla sopravvivenza delle specie. Quali sono le maggiori criticità che deve affrontare da questo punto di vista il vostro Parco?

In un parco come il nostro, composto da sette isole, alcune delle quali molto piccole, la presenza di specie aliene rappresenta la maggiore minaccia per la biodiversità. Per dare un’idea della portata del problema basta osservare i dati relativi all’intervento di eradicazione del ratto nell’isola di Montecristo. Prima dell'intervento (2012) il successo riproduttivo della Berta minore era del 6%, dopo è salito tra il 75 e il 95% e la stima è di circa 440 giovani involati ogni anno.

Però questo è un tema di difficile comprensione: il grande pubblico spesso non capisce perché un parco debba rimuovere delle specie dal proprio territorio ed ignora che le specie aliene sono la seconda causa di perdita di biodiversità nel mondo, dopo la distruzione dell'habitat, come certifica la più grande organizzazione mondiale di conservazione della natura, la IUCN.

Quindi è difficile spiegare che il parco non è un giardino zoologico dove si va ad ammirare animali esotici, ma un territorio dove si salvaguardano i valori naturali che, quando sono alterati, si cerca di ripristinare.

In definitiva in questo campo il nostro è un doppio lavoro, da una parte gli interventi a difesa della biodiversità, dall’altra l’informazione.

Le risorse pubbliche sono sempre più scarse: quali strategie e politiche di gestione può e deve intraprendere un parco per affrontare questo problema?

Che le risorse pubbliche in generale negli ultimi anni si siano ridotte è vero, ma questo non riguarda i parchi nazionali che essenzialmente hanno mantenuto le loro risorse stabili.

Il problema enorme che hanno i parchi sono i vincoli di spesa che rendono i bilanci “ingessati”. Basti pensare che i parchi nazionali sono inseriti nella categoria degli enti pubblici non economici, come l’INPS, per capirci. Dico spesso che una cosa è fare le pensioni agli italiani ed un’altra contare orsi e stambecchi… Per fare un esempio per le limitazioni sulle cosiddette “auto blu”, un parco che ha un mezzo fuoristrada, vecchio, fortemente inquinante, con un consumo elevato e costantemente in manutenzione non può sostituirlo con uno moderno, magari ibrido o comunque a basso impatto ambientale, pur avendo risorse economiche per farlo…

I parchi sono chiamati a svolgere un ruolo importante come portatori di esempi concreti ed esportabili nell’ambito della tutela della biodiversità. Quali progetti in tal senso vedono protagonista il vostro Parco?

Di contrasto alle specie aliene ho già accennato nella risposta alla prima domanda. Poi ci sono gli studi ed i monitoraggi delle specie ed habitat di interesse conservazionistico.

È in corso la riqualificazione di 15 Habitat dell’Arcipelago e la tutela di 6 specie animali con il progetto Resto con Life.

4 specie di uccelli marini protetti sono stati monitorati nel periodo di riproduzione (Berta minore, Berta maggiore, Marangone dal ciuffo e Gabbiano corso)

3.035 galle di castagno sono state analizzate per rilevare presenza e danno del Cinipide.

Sono stati realizzati 150 innesti in località S. Cerbone con una percentuale di attecchimento del 90%.

Il Laghetto di Capraia, unico specchio d’acqua dell’Arcipelago (4.200m2), è stato salvato dall’interramento.

14 ha dell'Isola di Giannutri sono stati preservati dall'invasione del Fico degli Ottentotti, una specie aliena originaria del Sudafrica.

Il nostro Parco è il primo parco in Italia a mappare il genoma di alcune specie animali a scopo di conoscenza e tutela, per primo il progetto Barcoding delle farfalle.

Abbiamo inoltre installato 43 telecamere fisse e 4 mobili per un maggior controllo e un contrasto più efficace degli illeciti ambientali.

I parchi hanno tra le loro sfide quella di rendere concreta la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, che mettono sempre più a dura prova le persone e la biodiversità. Quali azioni adottate per affrontare questa sfida?

Informazione e diffusione dei temi della tutela dell’ambiente. Per questo abbiamo aumentato il numero delle guide parco sul territorio, veicoli capillari e ambasciatori di buone pratiche ambientali sul territorio".


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