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Interviste giovedì 06 novembre 2014 ore 16:56

Dalla cassa alla cattedra, Lambardi si racconta

Alla vigilia del terzo anniversario dell'alluvione che ha sconvolto il paese, Lambardi rivive quei momenti e svela i suoi piani per Campo.



CAMPO NELL'ELBA — La guida di un paese fa curriculum? Lorenzo Lambardi, primo cittadino di Marina di Campo, forse, se lo è chiesto o, più probabilmente, se lo chiederà. Perchè di politica non vuole vivere e nel suo futuro ci potrebbe essere l'insegnamento. Nel frattempo deve gestire un territorio complesso, ha un'economia da rilanciare e un'idea di rinnovamento da portare avanti. Ma non chiamatelo renziano.

Cominciamo con l'attualità. Che in questo caso è anche passato: si avvicina la ricorrenza dell’alluvione del 2011. Come siamo messi a tre anni di distanza?

"Meglio, ma c'è ancora molto da fare. La verità è che dobbiamo convivere con questo rischio: la mutazione climatica è ormai definitiva, le forti piogge non possono più considerarsi eventi eccezionali. Dopodiché noi dobbiamo fare delle opere di contenimento. La manutenzione dei fossi sta al consorzio di bonifica ma l’alluvione non riguarda solo i fossi anche se è l’aspetto più visibile. Il Consorzio deve fare di più per i fossi a valle (Bovalico, Alzi e Seccheto) ma noi abbiamo già dato l’ok per un progetto esecutivo per la rimozione delle sabbie esistenti che verranno usate per il ripascimento della spiaggia e per la sistemazione del ponte del Bovalico. Le altre opere di regimazione,  come escavo di alcuni fossi e vasche di laminazione, possiamo farle solo con i contributi di Regione e Consorzio: si parla di un milione di euro e il bilancio del comune non ha questa disponibilità".

Parliamo del risarcimento ai privati, a che punto siamo?

"La grossa parte dei fondi regionali riguardano la realizzazione delle opere e solo una parte riguarda i rimborsi. Noi abbiamo dato una grossa spinta: abbiamo trovato una novantina di pratiche inevase e ne abbiamo liquidato una prima tranche. Ci sembrava assurdo che dopo tutto questo tempo non fosse stato fatto, le risorse regionali ci sono già. Per i privati sono grossomodo 500mila euro, siamo al 40% del totale di pratiche fatte".

Dov’eri quando è successo, che ricordo hai?

"Ero a casa, mi sono svegliato presto e ho visto il mio giardino che era diventato un fiume in movimento. Non ho avuto grandi danni dentro ma il giardino era sommerso e ho visto la macchina trascinata verso la recinzione. Mi sono precipitato in paese appena ho potuto. Il grosso problema è stato la sabbia che ostruiva i punti di accesso, un quantitativo di sabbia che non ho mai visto, un paesaggio quasi lunare". 

Che reazione hai visto nei campesi?

"Ho visto molti ragazzi di tutta l’Elba venire a dare una mano e mettersi a disposizione per aiutare, molto volontariato spontaneo. Ci sono state molte donazioni da parte di privati che hanno permesso a molte famiglie di ripartire. Non siamo stati dimenticati dai cittadini elbani. A livello amministrativo invece forse non eravamo preparati ad affrontare una cosa del genere".

È ancora una ferita aperta?

"Certo. L’attenzione è cresciuta molto, gli elbani hanno capito che la cura del territorio è una cosa importante. Il Consorzio nasce da un falimento della politica elbana con l’Unione dei comuni: la regione è stata molto chiara indicando il Consorzio come soggetto".

Veniamo alla politica: la tua è stata una vittoria inaspettata per molti. Anche per te?

"In questi termini sì, non lo imaginavamo nemmeno noi. Un sindaco giovane (28 anni, nda) e correvamo contro una lista che esprimeva un sindaco uscente, figura nota. Penso che sia stato premiato il desiderio di rinnovamento all’interno dell’amministrazione".

Anche politicamente il dato non è banale, la sinistra a Campo non ha mai avuto vita facile.

"A livello politico Campo è un comune che rimane ancorato al centro destra, ma c’è stato un Pd che si è consolidato. Tuttavia noi siamo una lista civica: la mia giunta ha esponenti di tutte gli orientamenti".

È stata una scelta?

"Sì, ci siamo trovati dentro un programma consiviso, e siamo andati avanti con le stesse energie".

Pd, giovane e rottamatore: un Renzi ante litteram

"Sì, anche se non mi considero un renziano. Quando fai la poitica della strada e ascolti le persone e non ti arrocchi qua dentro pensando di essere l’unico depositario della verità ti accorgi di quanto il paese sta cambiando".

E dopo cosa farai?

"Prima ho insegnato alla Cescot a Portoferraio e ho mantenuto l’impegno che avevo fin da adolescente con la Coop facendo le stagioni ( dopo la maturità scientifica si è laureato in storia del cristianesimo a Pisa), lavorare non è un problema ma una cosa che aborro è vivere di politica, non lo potrei tollerare. Mi piace molto la politica ma non potrei viverci per vent’anni. Poi uno torna a fare quello che faceva prima". 

Intanto sindaco e da poco consigliere provinciale.

"Ero in Cina, là non c’è l’accesso ai social network ma via telefono mi hanno informato. Sono andato al primo consiglio e la situazione è drammatica perché non si sa cosa ne sarà dell'ente".

Cosa porterai in Provincia?

"I temi su cui voglio puntare sono le strade, quelle di competenza provinciale e le scuole. In accordo con l’altro consigliere elbano Bertucci".

Due consiglieri elbani ma di sponde politiche diverse.

"Il grande risultato della politica: mettersi d’accordo con chi la pensa lontano da te ma si ragiona insieme sui problemi comuni". 

I tuoi progetti per Campo: entro la fine del mandato voglio veder realizzato...

"Il mio sogno è di ridare una prospettiva turistica: il turismo è la prima industria. Per farlo ci vogliono delle politiche d’insieme che vanno dal verde pubblico alla gestione della spiaggia, al decoro urbano, alla manutenzione e potenziamento del porto, i suoli pubblici e i parcheggi".

Ma se dovessi trovare due o tre cose specifiche?

"La prima è senz’altro la messa in sicurezza del nostro porto, l’economia del mare è fondamentale. Stiamo per approvare una variazione di bilancio per stanziare 170mila euro per i rifacimento del molo grande per metterlo in sicurezza e dotarlo di acqua e luce. Poi investire molto nelle energie rinnovabili, piste ciclabili e illuminazione pubblica con illuminazione a led. Infine una cosa che a me preme molto è dare un senso alle politiche sociali che sono state da tempo abbandonate. È un discorso che va fatto in parallelo allo sviluppo commerciale: dobbiamo stare attenti a non mettere in conflitto le due cose perché questa è una strumentalizzazione. A livello politico è mancata una ricognizione delle necessità sociali. Voglio costituire un osservatorio intercomunale con Marciana e le associazioni del territorio".

Edilizia popolare o sussistenza?

"Non abbiamo un’emergenza abitativa, abbiamo bisogno di sostenere le famiglie giovani e le fasce deboli che hanno bisogno di sostenere spese urgenti". 

A proposito di territorio, cosa ne ne pensi del ricorso al Tar di Portoferraio?

"È stata una fuga in avanti di Portoferraio, il piano paesaggistico ha dei punti di forza come il riuso del territorio che mi trovano d’accordo. C’è un problema e il presidente Rossi l’ha evidenziato: l’Elba è inserita nel piano delle colline metallifere e questo è sbagliato".

Rossi. Lo sosterrai?

"Penso di sì, ha fatto bene finora".

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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